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MEMORIA E MNEMOTECNICHE

APPLICATE ALLO STUDIO

Disponibile (2017) in formato ebook su Amazon

La prima edizione è del 1995 da parte di Muzzio (PD)

La seconda edizione è del 2003 da parte del Editori Runiti di Roma.

Qui sotto è la precedente copertina

 

 

INTRODUZIONE

Molti studenti si lamentano di avere poca memoria. La considerano come una qualità fissa, stabile, della mente, che non può essere modificata. Non serve chiedersi se si ha poca o molta memoria. È più utile interrogarsi sulle proprie strategie per allenarla. La buona notizia è che ce ne sono tantissime efficaci, divertenti e soddisfacenti. Il segreto di una memoria prodigiosa risiede nel metodo di studio, nelle mnemotecniche usate e nella conoscenza delle leggi della memoria fornite dalle neuroscienze. Questo libro è dedicato a chi vuole studiare, a chi vuole studiare bene, a chi ha un grande progetto di vita. Suggerisce molte strategie efficaci su come studiare bene e su come ricordare e, soprattutto, assimilare ciò che si è studiato, anche dopo molto tempo. È possibile? Sì. Prima di scrivere questo libro, pubblicato nella prima edizione nel 1995, ho voluto provare su di me, sulla mia pelle, l’efficacia di queste mnemotecniche, per valutare la loro efficacia. Posso dimostrarlo: sono efficaci. Grazie ad esse, ho studiato con coinvolgimento e soddisfazione e, soprattutto, ho conquistato tre lauree: in Filosofia, in Psicologia e il Pedagogia. Spero che esse possano servire anche a voi per raggiungere le vette della cultura e il gusto del sapere.

Ci arrabbiamo quando non riusciamo a ricordare ciò che abbiamo studiato. Ci arrabbiamo soprattutto con noi stessi, accusandoci di incapacità e imprechiamo contro lo studio, le materie, i professori, la scuola.

“Perché non riesco a ricordare ciò che studio? Sono uno stupido? Mi manca il metodo? Eppure mi impegno! Come devo fare per ricordare?”

Alcune risposte a tali domande sono le seguenti.

Per ricordare efficacemente si ha bisogno: 1. di essere consapevoli delle cause dell’oblio; 2. di conoscere il “come” si apprende e si memorizza (metacognizione); 3. di elaborare mnemotecniche adatte allo studio.

Lo scopo di questo libro è quello di suggerire un elenco di mnemotecniche, tra le quali scegliere le più appropriate, le più creative e le più efficaci, per studiare bene. 

Ma le migliori mnemotecniche, però, sono quelle “inventate” personalmente, quelle “adattate” in base alla conoscenza delle leggi della memoria nelle sue varie fasi di acquisizione, di rielaborazione e di recupero di ciò che si è appreso.

Il metodo migliore per comprendere il funzionamento della propria memoria è l’automonitoraggio. Esso consiste nel controllare, passo per passo, il processo di apprendimento: “Come sto studiando? Come posso collegare queste nuove informazioni alle precedenti? Come posso ricordare in ordine questa lista di caratteristiche? Qual è la mnemotecnica più efficace per questo scopo?”.

Con tale automonitoraggio è possibile scegliere le mnemotecniche più adatte.

Montaigne (1533-1592) affermava che “imparare a memoria non è imparare”.

La funzione delle mnemotecniche non è quella di “imparare a memoria”, ma quella di fare assimilare ciò che si è appreso.

Quando si assimila, si impara in modo personale e creativo. Assimilare vuol dire “rendere simile a sé stessi”. In tal modo, le informazioni, che inizialmente provengono dall’esterno, si radicano come semi nella propria mente e producono frutti nuovi ed originali di pensieri e teorie.

Lo scopo dell’apprendimento è l’assimilazione.

Le mnemotecniche costituiscono solo un sostegno, un bastone finché si è incerti, o barcollanti, o claudicanti, nell’apprendimento. Esse facilitano la permanenza delle informazioni nella nostra mente, fino a quando non siano state masticate, rielaborate e digerite.

L’assimilazione è il terreno fertile della creatività. “La memoria è la madre delle muse” scrive Platone (Teeteto, 191). Solo l’assimilazione permette di generare nuove idee.

Nella mitologia greca si racconta che Mnemòsine, la Memoria, figlia di Cielo (Uranos) e Terra (Gea), aveva generato le nove muse, nelle nove notti che aveva trascorso amorosamente con Zeus, simbolo solare del principio vitale, creatore e fecondante. In altri termini, la creatività è il risultato dell’unione amorosa della Memoria (Mnemòsine) e dell’Intelligenza (Zeus) (vedi tavola n. 1).

La memoria fecondata dall’intelligenza si trasforma in creatività e genialità.

 

INDICE


CAPITOLO 1    
PERCHé SI DIMENTICA CIò CHE SI STUDIA?    

1. La demotivazione.    
2. La distrazione.    
3. Le interferenze.    
3.1. Le interferenze durante l’acquisizione.    
3.2. Le interferenze durante la rielaborazione.    
3.3. Le interferenze durante la fase del recupero.    
4. La mancanza d’uso.    
5. La mancanza di uno scopo o di un progetto.    
6. L’illusione di sapere.    
7. Strategie per ricordare.

    
CAPITOLO 2    
COME FUNZIONA LA MEMORIA?    

1. Memoria e reminiscenza.    
2. Memoria naturale e memoria artificiale.    
3. Il ciclo dell’apprendimento.    
4. Il cervello e la memoria.    
4.1. Neuroscienze e nuova concezione della memoria    
5. Le analogie della memoria.    
6. Esperimento metacognitivo sulla propria memoria con la “figura di Rey”.    
7. Distinzione tra apprendimento e memorizzazione.    
8. Saper dimenticare o accantonare ciò che non è più essenziale.    
9. Alcune citazioni e massime sulla memoria.
    
CAPITOLO 3    
LE LEGGI DELL’APPRENDIMENTO E DELLA MEMORIA

Adattamento ed assimilazione.    
Affaticamento.    
Archiviare e conservare le informazioni apprese.    
Associazione.    
Attenzione.    
Attivazione.    
Automatismi.    
Autoregolazione    
Categorie    
Codice.    
Codifica. Doppia e triplice codifica delle informazioni.    
Consolidamento di ciò che si impara.    
Copione.    
Costi-benefici. Rapporto costi benefici.    
Deduzione.    
Desiderio.    
Dettagli.    
Discriminazione. Legge di discriminazione.    
Effetto.    
Elaborazione. Livello di elaborazione.    
Emozione. Memoria emotiva.    
Esercizio.    
Essenziale ed esistenziale.    
Estinzione.    
Età.    
Feedback.    
Futuro. Memoria prospettica.    
Generalizzazione. La legge di generalizzazione.    
Gestalt. La buona forma delle nostre conoscenze.    
Immagini. Traduzione dei concetti astratti in immagini concrete.    
Interesse.    
Intervallare l’esercizio o l’allenamento.    
Lettura.    
Metacognizione.    
Metamemoria.    
Memoria di lavoro.    
Motivazioni, aspettative e scopi.    
Motorio. Apprendimento motorio.    
Obiettivi specifici.    
Oblio.    
Ordine.    
Organizzatori anticipati.    
Osservazione.    
Percorso. Inserimento delle informazioni in un percorso concettuale.    
Personalizzazione.    
Pianificazione.    
Procedure.    
Raggruppamento.    
Rete.    
Regole, leggi, principi.    
Reiterazione.    
Ricostruzione continua.    
Rielaborazione.    
Rievocazione e richiamo.    
Rinforzo.    
Ripasso e ripetizione.    
Riposo.    
Scelta.
Schemi.    
Semantica. Memoria semantica.    
Seriale. L’effetto di posizione seriale.    
Significatività.    
Simulazione o role play.    
Semplificazione dei ricordi.
Sovraccarico cognitivo.    
Storie.    
Strategie.    
Superapprendimento.    
Uso.    
Transfer.    

CAPITOLO 4    
L’ACQUISIZIONE    

1. L’attivazione delle preconoscenze.    
1.1. L’attivazione del proprio stile cognitivo    
1.2. L’attivazione dei propri atteggiamenti    
2. Analisi ed amplificazione sensoriale degli stimoli.    
2.1. L’attenzione.    
2.2. L’amplificazione sensoriale.    
2.2.1. La memoria visiva.    
2.2.2. La memoria uditiva.    
2.2.3. La memoria motoria.    
3. La ripetizione immediata.    
3.1. Evitare il sovraccarico delle informazioni.    
4. L’organizzazione del materiale.    
4.1. Suddividere il materiale da apprendere.    
4.2. Raggruppare le informazioni attorno ad un concetto centrale.    
5. La scelta del materiale da elaborare ulteriormente.    
5.1. Estrarre le informazioni essenziali    
5.2. Smistare le informazioni    
5.3. Ripristinare il senso del “gusto” del sapere    


CAPITOLO 5    
La rielaborazione    

1. Il contenuto della rielaborazione.    
1.1. La creazione di teorie.    
1.2. La costruzione di strategie metacognitive.
1.3. Il vantaggio della rete concettuale nel recupero delle informazioni.
1.3. L’elaborazione di indizi per recuperare ciò che si è appreso.    
3. Il tempo di rielaborazione.    
3.1. Dedicare del tempo a concatenare le informazioni.    
4. Il fine della rielaborazione.    
4.1. L’assimilazione.    
4.1.1. Il paradosso tra disponibilità di informazioni e scarsità di assimilazione    
4.1.2. L’interruzione del processo di assimilazione    
4.2. La creatività.    
4.3. Il digiuno delle informazioni per facilitare la rielaborazione profonda.    
4.3.1. L’illusione della ripetizione nel sonno.

CAPITOLO 6    
La conservazione
    
1. Cosa conservare.    
Cosa bisogna conservare nella memoria?    
2. Come conservare.    
3. Per quanto tempo conservare.    
4. L’esercizio.    
4.1. Esercizio di mantenimento ed esercizio di elaborazione.    
4.2. La ripetizione.    
4.3. Ripasso del lessico specifico di una disciplina.    
4.4. Metodo delle Flashcards.    
5. Perché conservare ciò che si è appreso.    
6. Memoria interna e memoria esterna.    

CAPITOLO 7    
Il recupero    

1. Rievocazione libera e rievocazione guidata.    
2. Codice di amplificazione e codice di riduzione.    
3. Lista di chiavi di recupero.    
4. Le mnemotecniche come strategie di recupero.    

CAPITOLO 8    
Le mnemotecniche della logica    

1. Contrapposizione tra memoria logica e memoria fantastica.    
2. La logica come il metodo più economico.    
3. I suggerimenti della memoria logica.    
3.1. Gli schemi.    
4. I vantaggi della memoria logica.    
4.1. Dedurre le informazioni per non sovraccaricare la memoria.    

CAPITOLO 9    
Le mnemotecniche dei luoghi    

1. Descrizione del metodo dei luoghi.    
2. I principi psicologici che giustificano l’efficacia del metodo dei luoghi.    
2.1. L’alta frequenza d’uso.    
2.2. La legge della contiguità.    
2.3. Il metodo delle immagini.    
2.4. Il principio di contrasto figura-sfondo.    
2.5. La memoria spaziale o memoria locale.    
2.6. Il metodo degli indizi o della rievocazione guidata.    
3. Suggerimenti per costruire la propria successione di luoghi.    
3.1. Compilare una sequenza di luoghi reali.    
3.2. Tradurre i concetti astratti in immagini concrete.    
3.3. Elaborare luoghi e immagini tridimensionali.    
3.4. Applicare il metodo dei luoghi nello studio.    
3.5. Svuotare i luoghi dopo l’uso.    
4. Distinzione tra luoghi reali, luoghi immaginari e luoghi misti.    
4.1. I luoghi reali    
4.2. I luoghi immaginari    
4.3. I luoghi misti    
4.4. La sequenza dei luoghi alfabetici.    
4.5. Perché è utile elaborare sequenze di luoghi immaginari?    
5. Le caratteristiche dei luoghi della memoria.    
5.1. Numero dei luoghi    
5.2. La continuità dei luoghi    
5.3. La grandezza dei luoghi    
5.4. La distinzione e la distanza dei luoghi    
5.5. L’ordine dei luoghi    
5.6. La luminosità    
6. Alcuni esempi di metodi di luoghi.    
6.1. Lo schema spaziale di un foglio.    
6.2. Gli schemi a ruota, ad albero, a scaletta.    
6.3. Il corpo come sistema o mappa di luoghi.    
6.4. Il teatro della memoria di Giulio Camillo Delminio    
6.5. I palazzi della memoria.    
6.6. Le ruote della memoria di Giordano Bruno.    
7. Difficoltà nell’uso del metodo dei luoghi.    

CAPITOLO 10    
Le mnemotecniche delle immagini    

1. Il valore delle immagini come strategia mnemotecnica.    
1.1. Le immagini come strumenti della mente.    
1.2. Le immagini come risultato dell’elaborazione concettuale.    
1.3. Le immagini come risultato di selezione.    
1.4. La connessione tra parola e immagine mentale.    
1.5. Le immagini didattiche.    
1.6. L’immaginazione e la visualizzazione.    
1.7. Una precisazione sulla immaginazione e visualizzazione.    
1.8. Archivio di immagini come supporto ai concetti astratti.    
2. La giustificazione teorica dell’efficacia del metodo delle immagini.    
2.1. La doppia codifica: verbale e per immagine.    
2.2. Verbalizzare e visualizzare.    
3. Suggerimenti per elaborare immagini forti ed efficaci.    
3.1. La concretezza    
3.2. La ricchezza sensoriale    
3.3. L’azione    
3.4. L’interazione    
3.5. Il contrasto di figura-sfondo    
3.6. La dimensione delle immagini    
3.7. L’effetto “bizzarria”    
3.8. L’emozione    189
4. Alcuni esempi dell’uso delle immagini.    
5. Alcune difficoltà del metodo delle immagini.    
CAPITOLO 11    
Le mnemotecniche delle associazioni

1. Il valore delle associazioni come strategia mnemotecnica.    
2. I principi teorici del metodo delle associazioni.    
2.1. Il principio di somiglianza.    
2.2. Il principio di contrasto.    
2.3. Il principio di contiguità.    
3. Suggerimenti per costruire associazioni forti ed efficaci.    
3.1. La fusione.    
3.2. La bizzarria.    
3.2.1. Costruzione di un’associazione fantastica    
Come si può procedere?    
3.3. L’attivazione.    
3.4. L’interazione.    
4. Alcuni esempi di associazioni.    
4.1. Associazione tra la forma del numero ed oggetti concreti che si assomigliano    
4.2 Associazione tra il suono del numero ed oggetti che esso richiama    
4.3. Associazione tra la forma delle lettere alfabetiche ed oggetti concreti    
4.4. Associazione tra i numeri e le lettere dell’alfabeto    
4.5. Associazione tra numero e date importanti    
4.6. Associazione tra i giorni della settimana e i mesi e le immagini concrete che li caratterizzano    
4.7. Associazione nell’apprendimento del lessico delle lingue straniere    
4.8. Associazione tramite l’utilizzazione di una storia conosciuta    
4.9. Associazione tramite l’invenzione di una “nuova” storia    
4.10. Associazione tramite casellari mentali    
5. Difficoltà e limiti del metodo delle associazioni.
    
CAPITOLO 12    
Le mnemotecniche verbali    

1. Le associazioni fonetiche, dovute alle assonanze, al ritmo, alle rime, alla musicalità.    
1.1. Associare le informazioni scolastiche alla base musicale delle canzoni preferite.    
1.2. L’utilità del memorizzare ad alta voce.    
1.3. La ripetizione fonetica    
1.4. Le associazioni fonetiche    
2. Gli acronimi, gli acrostici e le liste alfabetiche.    
3. Il metodo dell’etimologia.    
4. Il metodo delle famiglie delle parole.    
5. I principi psicologici che giustificano l’efficacia delle mnemotecniche verbali    
6. Difficoltà e limiti delle mnemotecniche verbali.    

CAPITOLO 13    
Le mnemotecniche motorie    
1. Il metodo degli attori.    
2. Tradurre le informazioni in abilità motorie.    
3. Tradurre a livello motorio le informazioni astratte.    

CAPITOLO 14    
Le mnemotecniche dei numeri

1. Il codice numero-lettera di Maurizio Silvin (1843).    
1.1. Associazioni per facilitare l’apprendimento di tale codice Silvin.    
1.2. Acronimo per memorizzare perfettamente il codice Silvin.    
1.3. Lista per memorizzare concretamente i numeri da 1 a 100.    
1.3.1. Variazioni sulla catena numero-immagine da 1 a 100.    
1.4. Come si usa la lista dell’associazione numero-immagine?    
2. Ricodificare le date storiche.    
2.1. Una giusta obiezione.    
3. Ricodificare le sequenze di numeri.    
Come si deve fare se il numero è lungo, ad esempio di 9 cifre?    
4. Vantaggi della catena associativa dei numeri trasformati in immagini.    
5. Limiti delle mnemotecniche di numeri.
    
CONCLUSIONE    
BIBLIOGRAFIA    
AUTORE CURRICULUM    

 

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Sito: www.mariopolito.it

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