PENSIERI PER GUARIRE
INTRODUZIONE
Quali sono i pensieri che fanno ammalare e quali sono quelli che fanno guarire?
Bisogna pensare bene per vivere bene.
In questo libro ho raccolto quei pensieri che mi hanno fatto stare bene. Che mi hanno aiutato a volermi bene. Che mi hanno curato e guarito. Non riguardano solo la malattia, ma soprattutto il benessere: il benessere da coltivare e il malessere da curare. Spesso il benessere è solo ben-essere e il malessere è solo mal-essere. Cioè, è qualcosa che riguarda il nostro essere, la nostra esistenza, il nostro stile di vita. Per star bene, non basta curare una malattia, piccola o grande che sia, ma è necessario dare una svolta alla propria vita e al proprio stile di vita. Mi sono chiesto spesso: quali sono i pensieri che mi fanno stare bene, che mi consolano, che mi confortano, che mi curano e che mi guariscono? Ho raccolto in questo libro, in ordine alfabetico, quelle riflessioni che più di altre mi sono mi hanno aiutato a sollevarmi quando ero scoraggiato, deluso e disorientato. Che mi hanno dato forza quando ero ammalato e angosciato. Che mi hanno dato luce e speranza quando ero triste. Ho condiviso questi pensieri anche con i miei pazienti, quando insieme abbiamo discusso della vita e della morte, del vivere e del morire, della gioia e del dolore, delle ingiustizie e del desiderio di giustizia, della disarmonia e della bellezza, della malattia e della guarigione. Naturalmente, queste riflessioni sul benessere e sul malessere devono essere aggiustate e adattate alla propria personalità e al proprio contesto di vita. Qui sono presentate solo come indicazioni generali, che possono dare orientamento e stimoli per pensare e meditare. A me esse hanno permesso di ritrovarmi quando ero smarrito, di guarire quando mi ero ammalato, di incoraggiarmi quando ero distrutto, di sorridere dopo aver pianto, di godere la vita dopo aver sentito le sue spine. Nel libro sono citati molti casi clinici descritti sinteticamente attraverso poche interazioni verbali con i miei pazienti. Queste brevi descrizioni spesso non sono avvenute nello spazio di una seduta, ma sono la sintesi di percorsi più lunghi che comprendono vari incontri e dialoghi, ma sono qui sintetizzati per adattarli meglio al tema di questo libro. Inoltre, alcune volte io do del “lei” e molte volte del “tu”. Questo dipende dal grado di familiarità che stabilisco con i pazienti e loro con me. All’inizio della terapia io do del “lei” ma, con il trascorrere dei mesi e degli anni, passo al “tu”. Anche molti pazienti (non tutti) passano a questo codice più informale, più amichevole, di compagni di viaggio. Un viaggio fatto insieme nei territori del cuore umano, della mente, delle domande esistenziali, delle emozioni gioiose e tristi. Questo linguaggio più diretto e personale è scelto soprattutto da quei pazienti che hanno condiviso anni della loro esperienza di vita. Infine, ci sono altri suggerimenti indirizzati anche a me stesso: introdotti dalla formula all’imperativo: “cerca, rifletti, osserva, impegnati, prenditi cura di te stesso”. Sono pensieri, indicazioni, consigli, che ho rivolto a me stesso nei momenti di meditazione, riflessione e dialogo interiore. Spero che alcuni di essi possano essere utili anche a voi.
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Sito: www.mariopolito.it