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GLI ANZIANI E I NONNI COME RISORSA

INTERVISTA DI MARIO POLITO PSICOLOGO

PUBBLICATA SULLA RIVISTA ANAP (ASSOCIAZIONE NAZIONALE ANZIANI E PENSIONATI) n. di ottobre 2019

DELLA CONFARTIGIANATO DI VICENZA

ANAP – ASSOCIAZIONE NAZIONALE ANZIANI E PENSIONATI
COORDINATORE: Nicola Carrarini – Tel. 0444.168476
SEGRETERIA: Arianna Vezzaro – Tel. 0444.168314
Via E. Fermi, 134 (1° piano) – Vicenza – Fax 0444.386314
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Sito nazionale: www.anap.it

1.      I NONNI SONO SEMPRE PIU’ PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA FAMIGLIA: COSA È CAMBIATO NEL LORO RUOLO?

Innanzitutto, bisogna dire che i nonni in Italia sono 13 milioni. Si tratta di una risorsa immensa, non solo economica, ma anche emotiva, affettiva e educativa. Molti di loro hanno 2-3 nipoti, ai quali i nonni regalano serenità, disponibilità, tempo da dedicare ai loro giochi e alla loro crescita. I nonni sono, perciò, un importante punto di riferimento per i nipoti, che esclamano spesso: "Per fortuna che ci sono i nonni". Di fronte alla fretta dei genitori, i nonni regalano tempi distesi e lenti; di fronte all'agitazione della vita contemporanea, i nonni diffondono calma e offrono lentezza; di fronte alle tensioni e preoccupazioni, i nonni dispensano serenità e gioia. I nonni sono disponibili, giocherelloni, rilassanti, comprensivi, indulgenti, confidenti, amichevoli, amici. Per questo sono un grande punto di riferimento per i nipoti, che hanno invece genitori poco disponibili, impegnati nel lavoro e nella carriera, tesi, preoccupati e frettolosi, che hanno poco tempo per seguire la crescita dei propri figli. I nonni, al contrario, hanno il tempo per insegnare le grandi lezioni della vita: il rispetto di sé, degli altri e della natura. Sono una grande risorsa educativa per i genitori di oggi. Questo ruolo viene loro riconosciuto apertamente quasi da tutti. Anche i genitori dichiarano spesso: "Per fortuna ci sono i nonni". A mio parere, tale risorsa emotiva dei nonni va apprezzata e valorizzata meglio da tutti.

2.      QUALI SONO LE SFIDE CHE SONO CHIAMATI AD AFFRONTARE I “NUOVI NONNI”?

Oggi si parla di "nuovi nonni". È vero: essi sono molto differenti dai loro nonni (delle generazioni precedenti). I nonni attuali sono nati alla fine della Seconda guerra mondiale e negli anni Cinquanta. La maggior parte di loro, quando erano giovani, hanno vissuto il '68. Sono stati contestatori, anticonformisti, libertari, ribelli, pacifisti, antiautoritari, idealisti, politicizzati. Hanno usufruito della scolarizzazione di massa. Hanno vissuto gli anni della ricostruzione e quelli del boom economico. Hanno partecipato alle grandi manifestazioni di massa, hanno imposto i temi del femminismo, dei diritti civili, dell'ecologia. Hanno espresso i loro valori con la musica rock. Quei ragazzi del '68 oggi sono nonni e nonne, molto diversi dai loro nonni, che erano autoritari, rigidi, bacchettoni, repressi. Ma anche i nipoti che interagiscono con questi nuovi nonni sono anche loro una novità. Si può benissimo parlare di “nuovi nipoti”. Questi bambini e ragazzi hanno più competenze tecnologiche, hanno fatto più viaggi, hanno accesso a maggiori conoscenze, sono più attivi e stimolati, ma, nello stesso tempo, questi nuovi nipoti sono iperattivi, ipereccitati, distratti, poco concentrati, viziati, immaturi sul piano affettivo, fragili emotivamente di fronte agli insuccessi. Sono cresciuti sul piedistallo, esaltati dai loro genitori, sono stati riveriti e serviti, ma non sono stati educati allo sforzo, alla fatica, al rialzarsi dopo un insuccesso, al rispetto delle regole. Sono molto individualisti ed hanno poco il senso della comunità. L'incontro tra la generazione dei nuovi nonni e quella dei nuovi nipoti può essere conflittuale. Ma si tratta di una grande sfida educativa, che deve essere affrontata in modo nuovo e originale. Per il momento, accontentiamoci di aver chiarito i protagonisti di questo incontro o scontro.

3.      A SUO PARERE, COSA DOVREBBE FARE LA POLITICA PER SOSTENERE L’ANZIANO?

La politica può fare molto per valorizzare gli anziani. Essi sono una grande risorsa economica. Gli anziani sono un terzo della popolazione italiana: circa 20 milioni. La maggior parte di loro possiede una adeguata sicurezza economica. Possiede casa propria e un proprio reddito stabile (dovuto alla pensione). Spesso sono una garanzia economica anche per figli e nipoti: ad esempio, prestano (o regalano) ai loro figli e ai loro nipoti molto denaro. Sono perciò un grande sostegno economico in un momento di crisi occupazionale. Non sono quindi un peso ma una risorsa economica. Sono anche una risorsa emotiva, perché offrono ogni giorno cura e assistenza ai nipoti, per compensare l'assenza dei genitori dovuta a problemi professionali, lavorativi, o conflittuali. Anche su questo piano, bisognerebbe riconoscere e valorizzare la loro funzione educativa e coinvolgerli maggiormente nell'educazione delle nuove generazioni. La formazione, l'istruzione, non riguarda solo la scuola, i docenti e i genitori, ma anche i nonni e le nonne, che spesso seguono più da vicino il percorso educativo dei loro nipoti. Infine, sul piano sanitario, gli anziani contemporanei sono persone prevalentemente sane, in buona salute e in forma. Non sono un peso eccessivo per la spesa sanitaria, come si tende a far credere erroneamente: si tratta di un pregiudizio da respingere. Solo una piccola percentuale di anziani oltre gli 80 anni richiedono interventi sanitari importanti e costosi: non perché sono anziani, ma perché sono malati. Per queste varie ragioni, la politica dovrebbe considerare gli anziani come una risorsa, non come un peso o uno scarto. Una politica per gli anziani dovrebbe prevedere per loro maggiori servizi sociali, comunitari, culturali. Molti comuni, a livello locale, si sono già attivati in questo senso. Ma si può fare molto di più. Ma tocca anche agli anziani affermare il proprio valore e i loro talenti.

 

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Sito: www.mariopolito.it

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