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 APPRENDIMENTO E INSEGNAMENTO

SECONDO LA TEORIA DELLA GESTALT

Come rinnovare e migliorare la didattica e la relazione educativa

 

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 INTRODUZIONE

Non c'è niente di più pratico di una teoria, diceva Kurt Lewin. La teoria della Gestalt è una teoria che può facilitare i processi di apprendimento e di insegnamento e rinnovare sia la relazione educativa, sia la didattica.

Integrando i contributi della Psicologia della Gestalt (Köhler, Wertheimer, Koffka, Metzger) e quelli della Terapia della Gestalt (Perls, F., Hefferline, R.F., Goodman, P., 1951, tr.it., 1971) è possibile elaborare una Psicopedagogia della Gestalt .

La Teoria della Gestalt può offrire alla pedagogia molti suggerimenti per dare vigore teorico e fecondità pratica alla relazione pedagogica e didattica. Finora la Teoria della Gestalt è stata applicata estesamente all'ambito clinico e solo marginalmente alla didattica e alla pedagogia. Quei lavori (Fuhr, Brown, Oaklander) dedicati al rapporto tra Gestalt e apprendimento si limitavano a trasferire in ambito educativo i temi fondamentali della clinica gestaltica, ed in particolare, i temi del ciclo di contatto, la comunicazione personale ed autentica, il qui e ora, e le numerose tecniche "spettacolari" della Terapia della Gestalt, come la notissima "dialogo con la sedia vuota": in altri termini, si applicava la Gestalt all'insegnamento, senza ripensarla teoricamente o ristrutturarla in modo coerente. Tali applicazioni della Gestalt alla didattica erano il frutto di psicologi gestaltisti che erano passati all'insegnamento, ma senza elaborare una adeguata ristrutturazione pedagogica della Gestalt. Era il tempo in cui si applicava la Gestalt a tutto: si creavano minestroni teorici di cui parlano I.From e M.V.Miller.

Con questo articolo desidero dimostrare che è possibile fare un passo avanti verso un ripensamento teorico della prospettiva gestaltica per costituire le basi di una coerente Psicopedagogia della Gestalt.

Per raggiungere questo obiettivo desidero percorrere un cammino che finora non è stato ancora battuto da altri: desidero infatti integrare i contributi della Psicologia della Gestalt con i contributi della Psicoterapia della Gestalt. Tale integrazione è la via più feconda per rinnovare sia la didattica sia la relazione educativa.

Finora molti gestaltisti che hanno applicato la Gestalt alla didattica hanno trasferito frettolosamente l'impostazione clinica all'insegnamento, trascurando le premesse teoriche della Psicologia della Gestalt. Hanno trapiantato in classe l'impostazione psicoterapeutica della Gestalt, senza adeguarla al nuovo ambito pedagogico. Così facendo si sono esposti a delle critiche pesanti: si accusa tale impostazione gestaltica applicata all'insegnamento di superficialità teorica perché trascura il tema dell'apprendimento disciplinare, stravolge il gruppo classe trasformandolo in un gruppo psicoterapeutico, sottovaluta i contenuti disciplinari e sopravaluta la relazione e la comunicazione: si crea un bel clima in classe ma non si impara niente a livello di contenuti disciplinari. A causa di tale impostazione, che trascura la Teoria della Gestalt sulla percezione, sull'intelligenza, sulla memoria, sulla creatività, sull'insight, sul problem solving, si è diminuita la forza della Teoria della Gestalt, riducendola soltanto ad una bella tecnica umanistica centrata sulla comunicazione autentica e personale. Tale impostazione è una grande risorsa, ma può essere resa ancora più ampia e feconda integrandola con i contributi della Psicologia della Gestalt.

Forse tale ristrutturazione potrà incontrare critiche e malumori. Agli psicologi della Gestalt non piacerà accostare la loro pura psicologia della forma alla psicoterapia: sembrerà loro un inquinamento. Agli psicoterapeuti gestaltisti, abituati solo all'esperienza clinica, sembrerà una forma di eccessivo intellettualismo approfondire i temi teorici aperti dalla Psicologia della Gestalt sulla percezione, intelligenza, insight, in direzione psicopedagogica. Tuttavia fu proprio F. Perls a ristrutturare la Psicologia della Gestalt in modo creativo e geniale, applicandola alla clinica: grazie a tale riconfigurazione egli ci ha donato un nuovo approccio psicoterapeutico, che oggi vogliamo estendere ad altri settori dell'esperienza, come il settore psicopedagogico. Ma per fare questo, è necessario ristrutturare, ripensare in forma nuova tutti i contributi emersi finora.

Oggi possediamo un corpo teorico che possiamo chiamare "Teoria della Gestalt", che è il luogo di convergenza di numerose ricerche svolte in molti settori a partire dagli inizi del 1900. I settori più fertili di ricerche sono stati la psicologia della percezione, la dinamica di gruppo e la psicoterapia. Sono settori differenti, ma tutti animati da un'impostazione che si è rivelata feconda di suggerimenti. Riferendomi a tale corpo teorico è possibile superare la polemica e la spaccatura tra psicologi della Gestalt e psicoterapeuti della Gestalt. Utilizzando tutti i contributi teorici della Gestalt è più facile integrarli in una prospettiva psicopedagogica. È tempo di superare le polemiche e le gelosie: La teoria della Gestalt è ampia e può dare ospitalità a molti ricercatori. Essa non è un campo recintati, ma aperto.

Ecco alcuni contributi che possiamo applicare immediatamente alla pedagogia: la Teoria del Campo Organismo-Ambiente; l'apprendimento come adattamento creativo; l'apprendimento e l'insegnamento come esperienze di contatto; la dinamica di gruppo secondo la Teoria del Campo di K.Lewin; le leggi dell'organizzazione gestaltica (l'effetto figura-sfondo, l'effetto Von Restorff, la tendenza al completamento, la buona continuazione, la buona forma, la pregnanza); la ristrutturazione ed il problem solving; l'insight; il pensiero produttivo (Wertheimer), la memoria come riorganizzazione (Katona).

Grazie a tale ventaglio di concetti e di indicazioni pratiche, la Teoria della Gestalt può offrire una visione globale e un metodo efficace per affrontare sia i problemi dell'apprendimento sia quelli della relazione interpersonale tra insegnanti e studenti. Essa presenta un modello molto ampio, che è capace di valorizzare l'intreccio di tutti i fattori che intervengono nell'esperienza di apprendimento.

Vi sono molti libri sulla didattica, ma sono costruiti in modo frammentato: vi sono libri sulla programmazione e sulle tecniche didattiche, libri sulla metacognizione, libri sulla motivazione, libri sulla dinamica di gruppo, ma manca una visione teorica unitaria. Vi è solo una giustapposizione di proposte e di ricerche slegate. La Teoria della Gestalt è bene equipaggiata per concepire il bisogno di unità, di complessità e di integrazione.

Dall'integrazione della Psicologia della Gestalt e della Psicoterapia della Gestalt può nascere una nuova teoria, che possiamo chiamare Psicopedagogia della Gestalt, una teoria che si interessa in modo specifico sia del processo di insegnamento-apprendimento sia della relazione educativa. L'obiettivo fondamentale è quello di rendere finalmente possibile l'apprendimento come una vera esperienza, un'autentica esperienza di contatto con l'ambiente e con gli altri, una esperienza di creatività e di "formazione".

Per dimostrare che tale teoria psicopedagogica della Gestalt può essere realizzata concretamente, prendiamo in esame questi sette concetti chiave:

1.      L'adattamento creativo come valore e fine dell'educazione.

2.      L'apprendimento all'intero del Campo Organismo-Ambiente.

3.      Il bisogno di apprendere.

4.      Insight ed apprendimento.

5.      Il gruppo classe come risorsa per apprendere insieme.

6.      I principi di organizzazione gestaltica applicati alla didattica.

7.      La conoscenza come ristrutturazione e ricostruzione.

 

 

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