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COMPITI PER CASA:

SONO EFFICACI? SONO INUTILI?

Le risposte di 7.211 Studenti, 1,309 Docenti, 5.357 Genitori

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PRESENTAZIONE

 

Che cosa dicono i diretti interessati sui compiti per casa. Che cosa dicono i 7211 studenti dalla quarta elementare all'ultimo anno delle scuole superiori? Che cosa dicono i 1309 docenti? Che cosa dicono i 5357 genitori? Alcuni si schierano per principio contro i compiti per casa. Altri, sempre per partito preso, sono totalmente a favore. Ma prima di esprimersi con un referendum "sì o no ai compiti per casa" è meglio ascoltare dettagliatamente le opinioni di tutti e metterle a confronto. Bisogna solo capire quando sono efficaci e quando sono inutili, quando bisogna abolirli, quando bisogna ridurli, quando bisogna migliorarli e come migliorarli. Questa ricerca aiuta a orientarci.

 

 

INTRODUZIONE

1. Ci sono compiti stupidi e compiti intelligenti.


Durante alcune conferenze per i genitori, molti mi hanno domandato spesso: “Ma lei è a favore o contro i compiti per casa?”. La mia risposta ruotava attorno a questa tesi: “Sono a favore dei compiti per casa intelligenti e sono contrario ai compiti per casa stupidi”. I miei interlocutori dicevano: “D’accordo, ma quali sono i compiti per casa intelligenti e quali sono quelli stupidi?”.


Sono intelligenti quei compiti per casa che stimolano e rafforzano l’apprendimento. Sono stupidi quelli che lo spengono e lo indeboliscono. Non dobbiamo fare un superficiale referendum pro o contro i compiti per casa. Non serve. È più utile, invece, indagare quali siano gli ingredienti migliori che rendono i compiti per casa interessanti, significativi, motivanti, utili, necessari, agli occhi degli studenti. Dobbiamo inserire quotidianamente tali ingredienti per migliorare l’apprendimento e per migliorare la scuola.


Ricordo un genitore che ha obiettato dicendo che non esiste nessun compito stupido e ha aggiunto che tutto quello che si assegna nei compiti per casa serve per apprendere. Ho replicato: “Lo chieda agli studenti e verifichi questa sua opinione. Ci sono molti compiti che loro percepiscono come “stupidi”. Ma forse è la parola “stupidi” che le dà fastidio. Cambiamola. Diciamo così: ci sono dei compiti “banali", “poco significativi", “poco stimolanti”. Con questa modifica, va meglio?”. “Sì, ma nella cultura niente è stupido”. “Valuti la sua esperienza e verifichi questa sua ipotesi. Pensi a quei libri che lei non è riuscito a terminare di leggere. Libri che le sembravano superficiali o banali, libri scritti in modo confuso, contorto, pesante, noioso. Molto probabilmente li ha accantonati”. “Ma quello che si impara a scuola non si può definire stupido”. “Ma alcune cose sono insegnate in modo spento, banale, piatto, senza anima. Vede? Non ho usato più la parola “stupido”. Va meglio?”. “Sì”. “Sono contento che ci siamo avvicinati un po’ su questo tema della motivazione a studiare. Penso che sia necessario che noi adulti per primi ci impegniamo a chiarirci le idee sull’efficacia o meno dei compiti per casa, per poi motivare i nostri studenti a eseguirli con entusiasmo e gioia. Sì, gioia, perché, quando si fa qualcosa di importante per la propria formazione e per la propria vita, ci si sente soddisfatti, competenti e si percepiscono la gioia interiore e l’affetto verso se stessi, verso gli altri e verso la vita”.


Nel libro “Intervista ai genitori sui compiti per casa” (M.Polito 2014b, seconda edizione 2021) ho raccolto al capitolo 3 le risposte dei genitori a questa domanda “Fate una lista dei compiti per casa stupidi, banali o inutili assegnati ai vostri figli”. Al capitolo 4 ho raccolto le loro risposte a quest’altra domanda: “Fate una lista dei compiti per casa intelligenti, significativi e utili, assegnati ai vostri figli. Potete riferirvi a queste due liste per approfondire questo tale distinzione.


2. Desiderio di confrontarmi con un tema complesso e spinoso.


I compiti per casa sono un tema spinoso che riguarda milioni di persone. Ogni pomeriggio e sera, in Italia, sono circa otto milioni gli studenti, dalle elementari alle superiori, che si confrontano e si scontrano con i compiti per casa. “Troppi compiti” dicono gli studenti, ma gli insegnanti lo negano. “Troppi compiti” si lamentano i genitori, ma non lo dicono ai docenti per paura di ritorsioni o semplicemente per timore di essere accusati di non collaborare con la scuola o di non volere il meglio per i loro figli. Ogni giorno esplodono troppe tensioni in famiglia per far svolgere i compiti. Tensioni accompagnate da rimproveri, nervosismo, conflitti, urla, ribellioni, proteste, punizioni. Sono coinvolti milioni di genitori, che, dopo otto ore di lavoro più due di viaggio, si devono affiancare ai loro ragazzi per far svolgere loro i compiti per casa.


È un tema che riguarda milioni di persone (in Italia, sono almeno ventiquattro milioni, tra studenti, padri e madri), ma, stranamente e sorprendentemente, finora, esso non è stato studiato e approfondito dalla ricerca scientifica universitaria, né è stato accolto e dibattuto adeguatamente dai media (Tv, giornali e riviste). È presente in Internet in alcuni forum, dove si possono leggere le opinioni di molte persone. Alcune si lamentano dei troppi compiti e la maggior parte mette in discussione il loro senso e in dubbio la loro efficacia. Si possono riscontrare le numerose lamentele dei genitori e le loro richieste di riduzione della quantità dei compiti per casa.


Ho intervistato molti studenti sui compiti per casa e mi colpisce la loro rabbia e la loro demotivazione per il sovraccarico dei compiti che, secondo loro, impedisce di vivere anche altre esperienze oltre alla scuola. Parlando con numerosi docenti, ho trovato la difesa ideale dei compiti per casa da parte di alcuni insegnanti che elogiano i compiti perché dovrebbero insegnare la responsabilità, dovrebbero sviluppare il metodo di studio, dovrebbero sollecitare l’autonomia, dovrebbero insegnare a gestire meglio il proprio tempo di studio dovrebbero formare il carattere. Una lunga serie di condizionali, che fa sorgere il dubbio che non si stia parlando di cose reali, ma di grandi principi. Altri docenti riconoscono apertamente la dubbia efficacia dei compiti per casa, ma li assegnano ugualmente, rivelando un po’ di incoerenza pedagogica. In breve, il tema dei compiti per casa è complesso e spinoso, riguarda milioni di persone, ma non se ne parla ancora in modo chiaro e, soprattutto, sereno.


3. Le ragioni della presente ricerca: conoscere le opinioni degli interessati.


Con la presente ricerca sui compiti per casa, ho voluto comprendere meglio le opinioni di tutti gli interessati. Ho preso in considerazione il parere diretto di 7.211 studenti, 5.357 genitori, 1.309 docenti. Grazie alle loro risposte, è emerso un quadro realistico della scuola italiana oggi, che permette di evidenziare i punti critici e le mancanze, ma anche le risorse e la direzione migliore per rimediarvi.
Da questi dati emerge anche una valutazione della scuola. Una valutazione incrociata. Gli studenti valutano se stessi ma anche i loro docenti. I docenti valutano se stessi e i loro studenti. I genitori valutano se stessi, i loro figli e i docenti dei loro ragazzi.


Come sono questi giudizi reciproci?


Duri e pesanti.


Questa ricerca che era partita come indagine sui compiti per casa è diventata, alla fine, un’altra cosa, e cioè una riflessione preziosa sulla qualità della scuola. Leggendo queste pagine si comprende meglio quando una scuola è di qualità e quando è scadente. Con questa ricerca è stato possibile raccogliere dati precisi, opinioni taglienti e proposte di miglioramento praticabili.


Con tre questionari, ognuno dei quali era composto di 100 domande strutturate, ho chiesto a studenti, genitori e docenti di esprimere la propria valutazione sull’efficacia e sull’utilità dei compiti per casa. Ho classificato le loro risposte, ho analizzato statisticamente i risultati e ho evidenziato i punti più salienti che sono stati raccolti in questo saggio. Con la mia ricerca non volevo accontentarmi di un semplice sì o no sui compiti per casa. Volevo qualcosa di più. Volevo capire di più. Desideravo comprendere quando i compiti per casa sono utili, vantaggiosi e graditi e quando, invece, sono inutili, improduttivi e odiosi. Queste molteplici risposte sui compiti per casa mi hanno condotto ad allargare la mia visione e a riflettere sulla qualità della scuola e dell’educazione e, soprattutto, sulle strade da percorrere per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento.


4. Quali sono i risultati più sorprendenti di questa ricerca?


Il più importante fra tutti è che i compiti sono inutili, inefficaci, anzi sono odiati, se gli studenti non li ritengono sensati e rilevanti per il loro apprendimento e per la loro vita, se non li considerano motivanti, se non li sentono coinvolgenti e appassionanti. Il risultato più sconfortante è quello che indica la fragile motivazione degli studenti, specialmente tra quelli della scuola superiore, dove uno su due (il 50%) dichiara di annoiarsi spesso a scuola. Non “qualche volta”, ma “spesso”. È un dato che impressiona e che abbatte tutti quelli che sono interessati all’educazione delle nuove generazioni.


Di fronte a questo calo generale della motivazione, il tema dei compiti per casa perde il suo valore di contrapposizione ideologica («Compiti sì» e «Compiti no»). Non sono i compiti per casa il vero problema ma la notevole demotivazione degli studenti. Se vogliamo rimediare a questa grave lacuna motivazionale, dobbiamo ripensare la scuola come luogo di servizio per la crescita degli studenti e come luogo di allenamento dei loro talenti. Solo in questa prospettiva, i compiti per casa possono ritornare a essere sfidanti, connessi alla vita reale, coinvolgenti, utili per acquisire competenze eccellenti, necessari per stimolare gli studenti a curare la loro mente, il loro cuore, il loro carattere, perché il mondo ha bisogno della loro intelligenza, della loro sensibilità, della loro integrità.


5. Dalle lacune scolastiche alle proposte di miglioramento.


In questo libro desidero parlare di scuola in un modo positivo e costruttivo, lontano dalle accuse sbrigative contro i docenti fannulloni considerati facili capri espiatori, lontano dalla svalutazione apocalittica delle nuove generazioni considerate ignoranti e immature, lontano dal disinteresse qualunquista di chi non vuol capire per non doversi rimboccare le mani e dare il suo contributo alla formazione delle nuove generazioni e lontano dal cinismo disfattista di chi ha perso ogni speranza nell’educazione e nella scuola e vuole solo inveire sdegnoso contro questi “studenti che non vogliono studiare e imparare niente”.


Propongo a tutti di accantonare questi discorsi inutili e sterili. Domandiamoci, invece: quanto teniamo alla formazione dei nostri studenti? Come ce ne prendiamo cura? Come aiutiamo tutti ad avere successo nell’apprendimento? Come ci coinvolgiamo nel loro percorso di crescita? Quanto ci battiamo per sostenere quelli che cadono e quelli che sono in difficoltà, quelli che rimangono indietro, quelli che si perdono per strada?
Molti studenti “soffrono” a scuola per la mancanza di motivazione. Si annoiano. Non capiscono l’utilità della scuola. Non riescono a legare la scuola alla vita. Gli adulti, soprattutto, i genitori, i docenti e i responsabili dei mass media, li descrivono come sfaticati, irresponsabili, inaffidabili. Sventagliano sotto i loro occhi i brutti voti, le punizioni e le bocciature. I ragazzi però non ne hanno paura. Sentono solo che questi adulti non sono credibili, né affidabili, né seri. Per questo motivo, le nuove generazioni si distaccano da loro e dai loro valori. Si sganciano dagli adulti e li disprezzano. Gli adulti si interrogano di questo loro brutto comportamento, ma non lo capiscono per niente.


Per agganciare questi ragazzi bisogna presentare loro un mondo “vivibile”, una vita degna di essere vissuta, cioè grandi motivazioni a vivere intensamente e dignitosamente. Gli adulti le hanno queste motivazioni? Rispondono di no e dichiarano: “Non sappiamo più cosa fare. Non riusciamo più a ottenere niente da questi ragazzi né con le buone né con le cattive”. È una dichiarazione di resa. Una vera e propria dichiarazione di impotenza educativa.


Che cosa fare?


Bisogna costruire un mondo degno di essere vissuto, elaborare in sé grandi motivazioni e regalarle ai ragazzi. Essi hanno bisogno di entusiasmo, speranze e strategie per usare al meglio la propria mente. Come si vede, c’è lavoro per tutti. Nel capitolo 6 descrivo alcuni punti di accordo tra studenti, docenti e genitori, per migliorare la qualità della scuola e anche quella dei compiti per casa.


6. Interrogativi sull’efficacia dei compiti per casa.


Analizzando i risultati ottenuti attraverso questa ricerca, sono sorte molte domande. Eccone alcune: ha senso assegnare i compiti su argomenti non spiegati in classe? Ha senso assegnare compiti senza poi correggerli in classe? Ha senso assegnare compiti senza accertarsi che gli studenti siano capaci di svolgerli bene da soli, autonomamente, senza la presenza amorevole o urlante dei genitori? Ha senso assegnare compiti che gli studenti non hanno capito bene come eseguirli? Ha senso caricare gli studenti di compiti per casa, solo perché a scuola non si ha tempo di svolgere il programma? Ha senso assegnare compiti senza insegnare un buon metodo di studio per svolgerli bene? Ha senso assegnare compiti che distruggono la motivazione a studiare? Ha senso assegnare compiti che semplicemente non sono eseguiti o sono svolti solo parzialmente e male? Ha senso assegnare compiti, se poi gli studenti nella maggioranza li svolgono frettolosamente e superficialmente? Ha senso assegnare compiti ripetitivi e noiosi? Ha senso assegnare compiti senza conteggiare quanto tempo è necessario per svolgerli? Ha senso assegnare compiti senza sapere quanti ne hanno assegnati gli altri colleghi? Ha senso assegnare compiti senza personalizzarli e senza tenere conto delle difficoltà, risorse e interessi dei singoli studenti? Ha senso assegnare i compiti per punizione?


In breve, riflettere sull’efficacia dei compiti per casa significa mettere in discussione la scuola oggi: il suo senso, la sua funzione educativa, il suo valore formativo, la sua efficienza produttiva.

 


INDICE


INTRODUZIONE   


1. Ci sono compiti stupidi e compiti intelligenti.   
2. Desiderio di confrontarmi con un tema complesso e spinoso.   
3. Le ragioni della presente ricerca: conoscere le opinioni degli interessati.   
4. Quali sono i risultati più sorprendenti di questa ricerca?  
5. Dalle lacune scolastiche alle proposte di miglioramento.   
6. Interrogativi sull’efficacia dei compiti per casa.   


CAPITOLO 1   
IL DIBATTITO A FAVORE O CONTRO I COMPITI PER CASA   
1.1. Il ricordo e il racconto della propria esperienza scolastica.   


1.2. ARGOMENTAZIONI FAVOREVOLI AI COMPITI PER CASA  


1.2.1. Sì ai compiti per casa perché essi sono il lavoro specifico degli studenti.  
1.2.2. Sì ai compiti per casa anche usando la costrizione. La tesi “costrizionista” di Amy Chua.   
1.2.3. Sì ai compiti per casa perché servono per rafforzare l’apprendimento e la memoria.   
1.2.4. Sì ai compiti per casa perché servono per controllare e applicare ciò che si è appreso in classe.   
1.2.5. Sì ai compiti per casa perché servono per sviluppare la rielaborazione personale e l’autonomia nell’apprendimento.   
1.2.6. Sì ai compiti per casa perché servono per percepire la propria autoefficacia.  
1.2.7. Sì ai compiti perché servono per motivare a studiare.   
1.2.8. Sì ai compiti per casa perché servono per sviluppare il carattere.   
1.2.9. Sì ai compiti per casa perché servono per prepararsi a essere vincenti nella competizione globale.   
1.2.10. Sì ai compiti per casa perché servono per preparare gli studenti a superare i test di ammissione.   
1.2.11. Sì ai compiti per casa perché servono per impiegare utilmente il tempo dei ragazzi.   
1.2.12. Sì ai compiti per casa perché servono per dialogare con i figli sulla loro esperienza scolastica.   
1.2.13. Sì ai compiti per casa perché servono per riordinare la gerarchia di valori degli studenti.   


1.3. ARGOMENTAZIONI CONTRARIE AI COMPITI PER CASA   
1.3.1. No ai compiti per casa perché non esistono prove scientifiche della loro efficacia.   
1.3.2. No ai compiti per casa perché non servono per imparare.   
1.3.3. No ai compiti per casa perché aumentano la discriminazione sociale.   
1.3.4. No ai compiti per casa perché poi non sono corretti in classe.   
1.3.5. No ai compiti per casa perché invadono e assorbono il tempo libero dei ragazzi.   
1.3.6. No ai compiti per casa perché non sviluppano il carattere, ma lo corrompono perché sono considerati una seccatura o sono odiati.   
1.3.7. No ai compiti per casa perché non sono personalizzati.   
1.3.8. No ai compiti per casa assegnati per punizione.   
1.3.9. No ai compiti per casa su argomenti non spiegati e non appresi bene in classe.   
1.3.10. No ai compiti per casa che non possono essere svolti autonomamente dallo studente.   
1.3.11. No ai compiti per casa perché essi devono essere svolti in classe con la guida competente del docente.   
1.3.12. No ai compiti per casa perché tolgono tempo prezioso alla famiglia, al dialogo e all’educazione.   
1.3.13. No ai compiti per casa per ripensare il valore della scuola e il fine dell’educazione.   


CAPITOLO 2   
IL QUADRO STORICO E METODOLOGICO DELLA RICERCA SUI COMPITI PER CASA   


2.1. Le indagini precedenti e la mia ricerca.   
2.2. Il sovraccarico dei compiti per casa.   
2.3. La sentenza canadese sulla personalizzazione dei compiti per casa.   
2.4. I compiti per casa come mitologia.   
2.5. I compiti per casa come fattore di diseguaglianza sociale.   
2.6. La voce preoccupata e ansiosa dei genitori.   
2.7. Compiti per casa e contesto storico.   
2.8. La ricerca scientifica sui compiti per casa.   
2.9. L’alternativa ai compiti per casa proposta dall’approccio delle “Flipped Classroom” o classi capovolte.  


CAPITOLO 3   
LA METODOLOGIA DELLA PRESENTE RICERCA   


3.1. Ricerca quantitativa e ricerca qualitativa sui compiti per casa.   
3. 2 La costruzione del Questionario sui compiti per casa.   
3.3. La scala sull’utilità dei compiti per casa.   
3.4. La scala di benessere degli studenti.   
3.5. La scala di malessere degli studenti.   
3.6. La scala di valutazione dei docenti o pagella dei docenti.   
3.7. La scala sull’abolizione dei compiti per casa.   
3.8. La scala di ricerca per verificare altre ipotesi collaterali.   
3.9. Questionario sui compiti per casa compilato dai docenti   
3.10. Questionario sui compiti per casa compilato dai genitori.   
3.11. Il campione   
3.11.1. Il campione degli studenti   
3.11.2. Il campione dei docenti   
3.11.3. Il campione dei genitori   
3.12. Riservatezza e privacy.   
3.13. Tempi della raccolta dati.   
3.14. Difficoltà nella compilazione del Questionario.   
3.15. Le risposte “Incerto".   
3.16. Le risposte incoerenti.   
3.17. Pregi e limiti dello strumento del questionario.   
3.18. Precisazione sulle risposte dei docenti.  
3.19. Questionario sulla qualità della scuola.   
3.20. Questionario sulla qualità della scuola per gli studenti.   
3.21. Questionario sulla qualità della scuola per i docenti.   
3.22. Questionario sulla qualità della scuola per i genitori.   


CAPITOLO 4  
I RISULTATI SINTETICI   


4.1. Favorevoli e contrari: chi ha vinto?   
4.2. Motivare prima di assegnare i compiti per casa.   
4.3. Prima bisogna curare il benessere in classe e poi assegnare i compiti per casa.  
4.4. Bisogna curare l’attenzione e la concentrazione in classe prima di assegnare i compiti.   
4.5. Il dislivello tra items ideali e gli items pratici sui compiti per casa.   
4.6. Poche le differenze tra i vari tipi di scuole superiori.   
4.7. I risultati statistici del questionario degli studenti.   
4.8. I risultati statistici del questionario dei genitori.   
4.9. I risultati statistici del questionario dei docenti.   


CAPITOLO 5   
I RISULTATI DEI DOCENTI   


5.1. I punteggi più alti assegnati dai docenti.   
5.2. I punteggi più bassi assegnanti dai docenti.   
5.3. Il confronto tra docenti delle elementari, delle medie e delle superiori.   
5.4. Il confronto tra docenti maschi e docenti femmine.   
5.5. Il confronto tra docenti di materie differenti. 
5.6. Differenze tra il campione italiano e il campione svizzero.   
5.7. L’autovalutazione dei docenti e la valutazione dei propri colleghi.   


CAPITOLO 6   
I RISULTATI DEI GENITORI   


6.1. I punteggi più alti assegnati dai genitori.   
6.2. I punteggi più bassi assegnati dai genitori.   
6.3. Il confronto tra i genitori con il figlio alle elementari, alle medie e alle superiori.   
6.4. L’utilità dei compiti per casa secondo i genitori con i figli nelle scuole elementari, nelle scuole medie e nelle scuole superiori.   
6.5. La partecipazione secondo i genitori con i figli nelle scuole elementari, nelle scuole medie e nelle scuole superiori.   
6.6. Le ore di studio secondo i genitori con i figli nelle scuole elementari, nelle scuole medie e nelle scuole superiori.   
6.7. I risultati della “Scala Indagine” secondo i genitori con i figli nelle scuole elementari, nelle scuole medie e nelle scuole superiori.   
6.8. La valutazione secondo i genitori che hanno i figli nelle scuole elementari, nelle scuole medie e nelle scuole superiori.   
6.9. I rimproveri a causa dei compiti secondo i genitori.   
6.10. La valutazione dei docenti secondo i genitori con i figli nelle scuole elementari, nelle scuole medie e nelle scuole superiori.   
6.11. Confronto tra i genitori con la laurea, quelli con il diploma e quelli con la licenza media.   
6.12. Confronto tra le madri casalinghe e le madri che lavorano.   
6.13. I compiti per casa secondo le madri e i padri.   
6.14. I genitori con i figli motivati e demotivati verso lo studio.   
6.15. I genitori con i figli demotivati verso lo studio.   
6.16. L’ottima pagella dei docenti compilata dai genitori con figli motivati a scuola.   
6.17. La pessima pagella dei docenti compilata dai genitori con i figli demotivati a scuola.   
6.18. Genitori di figli con voti prevalentemente insufficienti, sufficienti, buoni e ottimi.   


CAPITOLO 7   
I RISULTATI DEGLI STUDENTI   


7.1. Gli items che hanno ricevuto il punteggio più alto dagli studenti.   
7.2. Gli items che hanno ricevuto il punteggio più basso dagli studenti.   
7.3. Le maggiori differenze tra gli studenti dei tre cicli scolastici.   
7.4. I punteggi simili tra gli studenti dei tre cicli scolastici.   
7.5. Le maggiori differenze tra gli studenti che frequentano i diversi tipi di scuola.   
7.6. Differenze tra studenti e studentesse.   
7.7. Il dialogo tra genitori e docenti nei tre cicli scolastici secondo gli studenti.   
7.8. L’opinione degli studenti sull’abolizione dei compiti per casa.   
7.9. L’utilità dei compiti per casa secondo gli studenti.   
7.10. Come gli studenti valutano la relazione con i docenti.   
7.11. La pagella assegnata dagli studenti ai loro docenti.   
7.12. La valutazione degli studenti sui compiti interessanti, stimolanti e significativi.   


CAPITOLO 8   
IL SOTTOCAMPIONE DEGLI STUDENTI DEMOTIVATI   


8.1. Alcune caratteristiche del sotto-campione degli studenti demotivati.   
8.2. Gli studenti demotivati si annoiano a scuola   
8.3. Gli studenti demotivati odiano i compiti per casa.   
8.4. Gli studenti demotivati studiano poco o il meno possibile   
8.5. Gli studenti demotivati studiano in modo disordinato e senza metodo.   
8.6. Gli studenti demotivati non vanno volentieri a scuola.   
8.7. Gli studenti demotivati non provano soddisfazione a scuola   
8.8. Gli studenti demotivati ascoltano musica ad alto volume quando studiano.   
8.9. Gli studenti demotivati ricevono maggiori rimproveri.   
8.10. Gli studenti demotivati considerano inutili i compiti per casa.   
8.11. Gli studenti demotivati sono più favorevoli all’abolizione dei compiti per casa.   
8.12. Gli studenti demotivati bocciano i loro docenti.   


CAPITOLO 9   
IL SOTTOCAMPIONE DEGLI STUDENTI CHE ODIANO I COMPITI PER CASA   


9.1. I punteggi più alti e più bassi assegnati dagli studenti che odiano i compiti per casa.   
9.2. Gli studenti che odiano i compiti per casa studiano male   
9.3. Gli studenti che odiano i compiti per casa stanno male a scuola   
9.4. Gli studenti che odiano i compiti per casa vivono molti conflitti in famiglia.   
9.5. Gli studenti che odiano i compiti per casa bocciano i compiti sulla loro efficacia pratica.   
9.6. Gli studenti che odiano i compiti per casa sono favorevoli all’abolizione dei compiti per casa.   
9.7. Gli studenti che odiano i compiti per casa riconoscono il valore della motivazione.   
9.8. Gli studenti che odiano i compiti per casa riconoscono il valore teorico e ideale dei compiti per casa   
9.9. Gli studenti che odiano i compiti per casa assegnano una pagella negativa ai docenti.   


CAPITOLO 10   
I SOTTOCAMPIONI DEGLI ABOLIZIONISTI E DEI FAVOREVOLI AI COMPITI PER CASA   


10.1. L’abolizione compiti per casa secondo i genitori, i docenti e gli studenti.   
10.2. I punteggi più alti e più bassi degli studenti abolizionisti e di quelli favorevoli ai compiti per casa.   
10.3. Favorevoli ad abolire i compiti per casa durante il fine settimana e le vacanze brevi.   
10.4. Facoltatività o obbligatorietà dei compiti per casa.   
10.5. L’utilità dei compiti per casa secondo gli abolizionisti e i favorevoli ai compiti per casa.   


CAPITOLO 11   
I RISULTATI DI ALCUNI ITEMS INCROCIATI TRA GENITORI, DOCENTI E STUDENTI   


11.1. L’utilità dei compiti per casa secondo i genitori, docenti e studenti.   
11.2. Il riconoscimento del valore dell’esercizio e dell’allenamento.   
11.3. Chiarire meglio la distinzione tra studio personale e svolgimento dei compiti per casa.   
11.4. Il miglioramento dei risultati scolastici è dovuto al metodo di studio e alla motivazione.   
11.5. Educazione del carattere e compiti per casa.   
11.6. Gli studenti svolgono i compiti per casa in modo frettoloso e superficiale.   
11.7. Gli studenti non eseguono in modo completo i compiti per casa.   
11.8. Gli studenti odiano i compiti per casa e li considerano una seccatura.   
11.9. Gli studenti sono per la maggior parte demotivati.   
11.10. Gli studenti a scuola si annoiano spesso.   
11.11. Gli studenti vanno volentieri a scuola   
11.12. Gli studenti sono attenti e concentrati in classe durante le spiegazioni.   
11.13. Gli studenti sono costretti ad abbandonare le altre attività extrascolastiche a causa dei compiti per casa.   
11.14. Gli studenti valutati negativamente.   
11.15. Differenze tra studenti e studentesse.   
11.16. Gli studenti dimostrano stima e rispetto verso i loro docenti.   
11.17. I docenti assegnano compiti per casa interessanti, stimolanti e significativi.   
11.18. I docenti si impegnano a far comprendere bene a tutti gli studenti quello che spiegano.   
11.19. I docenti si assicurano che tutti abbiano capito bene le loro spiegazioni in classe.   
11.20. I docenti forniscono agli studenti delle buone indicazioni di metodo di studio per studiare meglio.   
11.21. I docenti sanno entusiasmare e appassionare gli studenti verso ciò che insegnano.   
11.22. I docenti invogliano gli studenti a leggere di più.   
11.23. I docenti coinvolgono gli studenti nella scelta dei contenuti da studiare.   
11.24. I docenti assegnano compiti per casa senza aver spiegato bene l’argomento corrispondente in classe.   
11.25. I docenti correggono i compiti per casa.   
11.26. I docenti assegnano compiti personalizzati.   
11.27. I docenti assegnano compiti che hanno preparato personalmente.   
11.28. I docenti rimproverano spesso gli studenti perché studiano poco.   
11.29. I docenti si mettono d'accordo tra di loro nell’assegnare i compiti per casa.   
11.30. I docenti sono costretti a insegnare troppi contenuti, previsti dai programmi, rispetto al tempo che hanno a disposizione in classe.   
11.31. I docenti dialogano con i genitori per favorire la crescita e la formazione degli studenti.   
11.32. I docenti sono motivati nel loro lavoro.   
11.33. I genitori e il tempo per “seguire” il figlio nei compiti per casa.   
11.34. I genitori come tutor dei figli nello svolgimento dei compiti per casa.   
11.35. I conflitti, il nervosismo e le tensioni in famiglia a causa dei compiti per casa.   


CAPITOLO 12   
I RISULTATI DI ALCUNI ITEMS DI AUTOVALUTAZIONE DEGLI STUDENTI   


12.1. Ho fiducia in me stesso e nelle mie capacità.   
12.2. Riesco a concentrarmi bene quando studio.   
12.3. Sono attento e concentrato in classe durante le spiegazioni degli insegnanti.   
12.4. Uso un buon metodo di studio quando svolgo i compiti per casa 
12.5. Considero la scuola importante per la mia crescita, sviluppo e formazione.   
12.6. Vivo la scuola come ambiente positivo che favorisce il mio apprendimento.   
12.7. Mi impegno per avere soddisfazione a scuola.   
12.8. Mi impegno per avere successo nella vita.   
12.9. Riesco a darmi delle buone motivazioni per impegnarmi nello studio.   
12.10. Nello svolgimento dei compiti per casa, studio in modo approfondito: cioè, rifletto, collego le idee, afferro le distinzioni, ripasso, memorizzo.   
12.11. Studio ugualmente per conto mio anche quando non ho compiti per casa.   
12.12. Svolgo i compiti per casa con cura attenzione e impegno.   
12.13. Eseguo in modo completo i compiti assegnati per casa.   
12.14. Studio solo se costretto o forzato.   
12.15. Studio solo quando mi devo preparare a un compito di verifica.   
12.16. Senza compiti per casa non studio per conto mio.   
12.17. Eseguo i compiti in modo frettoloso e superficiale.   
12.18. Dedico poco tempo allo studio.   


CAPITOLO 13    3
I RISULTATI DELLE CORRELAZIONI STATISTICHE  


13.1. Le correlazioni del benessere.  
13.2. Le correlazioni del malessere.   
13.3. Le correlazioni degli studenti motivati che svolgono i compiti per casa con cura, attenzione e impegno.   
13.4. Le correlazioni degli studenti demotivati.   
13.5. Le correlazioni degli studenti che studiano in modo disordinato e senza metodo.   
13.6. Le correlazioni degli studenti che vivono la scuola come un ambiente positivo che favorisce il loro apprendimento.  
13.7. Le correlazioni del voto “Insufficiente”.   
13.8. Le correlazioni del voto “Ottimo”.   


CAPITOLO 14   
LE PROPOSTE PER MIGLIORARE I COMPITI PER CASA   


14.1. Convincere e motivare.   
14.2. Personalizzare i compiti per casa secondo i bisogni, gli interessi e le risorse degli studenti.   
14.3. Assegnare compiti di allenamento e di rinforzo.   
14.4. Bilanciare meglio compiti riproduttivi e compiti creativi.   
14.5. Bilanciare la proporzione tra compiti per casa obbligatori e compiti per casa facoltativi.   
14.6. Conteggiare i tempi di esecuzione dei compiti per casa.   
14.7. Rispettare le otto ore di studio al giorno.   
14.8. Utilizzare il criterio di Harris Cooper per assegnare una quantità ragionevole di compiti graduale e adeguata all’età.   
14.9. Spiegare prima di assegnare i compiti.   
14.10. Prima risolvere le difficoltà di apprendimento e poi assegnare i compiti per casa.   
14.11. Accertarsi che tutti gli studenti abbiano capito le spiegazioni in classe.   
14.12. Assegnare i compiti dopo aver allenato gli studenti a svolgerli autonomamente.   
14.13. Far padroneggiare le strategie dello studio personale.   
14.14. Non assegnare compiti per casa durante le vacanze brevi per rispettare il bisogno di tutti al riposo e alla festa.   
14.15. Attuare la “Flipped Classroom” (classi capovolte) per correggere in classe i compiti assegnati “per casa”.   
14.16. Correggere i compiti che sono assegnati per dare il feedback allo studente.   
14.17. Disponibilità di assegnare compiti extra ai genitori che li richiedano.   
14.18. Disponibilità di assegnare compiti extra agli studenti che li richiedano.   
14.19. Attuare il coordinamento dei docenti nell’assegnare i compiti per casa e l’insegnamento cooperativo.   
14.20. Assegnare compiti preparati dal docente.   
14.21. Non assegnare compiti tipo “copia e incolla”.   
14.22. Evitare di assegnare compiti costosi.   
14.23. Non assegnare compiti per punizione.   
14.24. Segnalare ai docenti le difficoltà del figlio nell’eseguire i compiti per casa.   
14.25. Svolgere i compiti a scuola sotto la guida esperta dei propri docenti.   
14.26. Assegnare compiti motivanti, stimolanti, utili.   


CONCLUSIONE   
BIBLIOGRAFIA   
AUTORE - CURRICULUM   

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Sito: www.mariopolito.it

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