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MOTIVAZIONI PER STUDIARE

110 Strategie per convincere a studiare a scuola
e ad apprendere per tutta la vita

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Copertina Motivazione

Nuova edizione

Pubblicata da

© 2014 Editori Riuniti University Press - Roma
 
La precedente edizione del 2003 aveva il seguente titolo:

GUIDA ALLO STUDIO: LA MOTIVAZIONE

Come coltivare la voglia di apprendere per salvare la scuola

CopertinaMotivazione

Editori Riuniti - ROMA (2003)

 


INTRODUZIONE

 

Chi ben incomincia è a metà dell'opera ma chi è ben motivato la completa e crea un capolavoro.


A scuola bisogna per prima cosa saper motivare e solo dopo sarà possibile insegnare e sarà più facile far apprendere. Quando, invece, si trascura questa priorità della motivazione, "si mette il carro davanti ai buoi", si sovraccaricano gli studenti di contenuti, senza infondere in loro il desiderio di apprenderli, senza coltivare in loro la gioia di assimilarli, senza convincerli dell'utilità di continuare a imparare sempre, per tutta la vita.


Senza coltivare la motivazione a scuola, tutto diventa faticoso, pesante, deprimente e impossibile.


Gli insegnanti sono disorientati e dicono: «Non riusciamo più a insegnare. Non capiamo che cosa stia succedendo ai nostri studenti, così fragili e così arroganti. Perché li vediamo apatici, passivi, impermeabili, demotivati?».


I genitori sono angosciati perché si sentono impotenti di fronte al disinteresse dei propri figli nei riguardi della scuola.


La maggior parte degli studenti percepisce la scuola come un peso, una noia, una costrizione. Non riescono a vederla come un'opportunità di crescita, come un luogo importante in cui possono esplorare le proprie potenzialità, coltivare gli interessi, dare "forma" alla propria mente, rielaborare creativamente le informazioni, condividere i propri punti di vista, costruire insieme con gli altri "il sapere".


Spesso la scuola impone unilateralmente contenuti che spingono lo studente alla passività, all'acquiescenza e al disinteresse. Invece di essere il territorio privilegiato della "formazione" della mente e della personalità, la scuola diventa il luogo dell'introiezione massiccia di materie e di informazioni, da ingoiare senza rielaborazione personale.


Per far rifiorire la motivazione ad apprendere, non è necessario ricorrere a particolari tecniche seduttive, non serve abbellire le proprie materie o vendere i propri pacchetti disciplinari. Basta solo incontrare gli studenti come persone, accogliere e rispettare i loro bisogni di conoscenza, prendersi cura del loro processo di apprendimento. È sufficiente dialogare con loro e recuperare la funzione educativa della scuola.


Tutti possiamo fare qualcosa subito, senza dovere aspettare riforme strutturali, che verranno forse, ma sempre troppo tardi. Tutti quanti noi, insegnanti, genitori, studenti, cittadini di questo paese, possiamo elaborare, fin da questo momento, argomentazioni migliori sul significato e sul valore dello studio e della scuola.


Possiamo chiederci: «A che cosa serve la scuola? Qual è la sua funzione educativa? Che significato ha lo studio per vivere bene? Che valore ha la cultura in un mondo in cui prevalgono i calcoli commerciali e la visione consumistica? Perché lo studio è associato nella mente degli studenti alla costrizione, alla paura, alla mancanza di senso? Come possiamo infondere entusiasmo e gioia nello studio? Come possiamo elaborare una didattica più motivante capace di far apprendere in modo autentico e appassionante? Che cosa vuol dire apprendere in modo autentico? È un lusso o è un bisogno?».


Sono domande scomode che pungolano la riflessione e la ricerca.


Le motivazioni ad apprendere non si vendono al supermercato. Bisogna inventarle e tocca a tutti noi diventare ingegnosi e creativi, per scegliere le argomentazioni più convincenti e offrirle in abbondanza agli studenti.
Consideriamo due esempi.


Gli alunni poveri di Don Milani (1923-1967) della scuola di Barbiana non amavano scrivere, ma egli inventò la scrittura collettiva. Consigliò di tenere un blocco notes in tasca, dove scrivere ogni idea che veniva in mente. Poi suggerì loro di mettere su un tavolo tutte queste pagine: li aiutò a scartare i doppioni e a riunire i fogli "imparentati", classificandoli in piccoli gruppi e distinguendoli in capitoli e in paragrafi. Essi cominciarono ad amare la scrittura come espressione dei loro pensieri, come costruzione dei loro discorsi, emancipazione e riscatto della loro persona.


Daniel Pennac (1992), insegnante e scrittore, nel libro "Come in un romanzo", descrive la situazione disastrosa dei suoi studenti. Sono adolescenti devastati, disperati, inerti, che non si piacciono e non si stimano. Come docente, invece di arrendersi e di abbandonarli, cerca di inventare qualcosa di interessante per loro. I suoi studenti non amano per niente leggere: allora decide che sarà lui a leggere per loro. Comincia a leggere per loro, in maniera espressiva, come un attore, in modo da fare giungere ai suoi studenti la bellezza segreta della scrittura. Egli riempie le parole di emozioni e di passioni, per permettere più facilmente ai suoi studenti di entrare nelle storie o nei racconti e di cogliere i chiaroscuri degli ambienti, i contrasti dei personaggi, l'intreccio delle vittorie e delle sconfitte, i risvolti dell'amore e dall'odio, le sequenze della lotta tra il bene e il male. Legge per loro un intero primo libro, intitolato Profumo, e, di seguito, altri romanzi, quelli di Marquez, di Calvino, di Molière, di Balzac e di molti altri. Alla fine riesce a trasformare nei suoi studenti l'odio verso i libri in amore verso la lettura.


Un insegnante che si prende cura della motivazione ad apprendere dei suoi studenti invia loro costantemente messaggi impregnati di coinvolgimento autentico («Sono qui per voi»), di comunicazione diretta («Investiamo tutte nostre risorse emotive e cognitive nell'approfondimento di questi temi appassionanti»), di desiderio di vederli crescere, grazie allo studio della sua materia («Mi piacerebbe comunicarvi la bellezza della mia disciplina, per stimolarvi a padroneggiarla bene e a dilatare gli orizzonti della vostra mente e della vostra vita»).
Quando l'insegnante prepara le sue lezioni, arricchendole di schemi, di immagini, di videoclip, di esercitazioni pratiche, egli comunica ai suoi studenti la sua premura e il suo sostegno: «So che questo argomento è difficile: per questo ho scelto l'essenziale, l'ho schematizzato, l'ho arricchito di immagini, diapositive, video e link, affinché voi possiate orientarvi meglio nello studio e nell'apprendimento».


Quando l'insegnante presenta dei compiti sfidanti, dimostra che desidera rafforzare le abilità cognitive dei suoi studenti: «Ho fiducia nella vostra intelligenza, vi propongo questo problema per vedere come ve la cavate. Se avete bisogno, chiamatemi. Mettete alla prova le vostre risorse e vedete se ce la fate da soli».


In questo caso l'entusiasmo del docente accende negli studenti la voglia di imparare. Il loro impegno gratifica l'insegnante e lo stimola a coinvolgersi maggiormente nella relazione educativa e didattica.


Quando, invece, gli insegnanti si contrappongono agli studenti con continui rimproveri, quando li sommergono di etichette negative, quando svalutano la loro esperienza di adolescenti, si creano fraintendimenti, ostilità e conflitti. Ho sentito studenti che replicavano duramente ai loro docenti dicendo: «I nostri insegnanti non si sanno mettere dal nostro punto di vista. Essi sono focalizzati sulla loro materia e non vedono altro. Non vedono che noi siamo anche adolescenti, con molti altri interessi e problemi. Sì, è vero, abbiamo molti problemi. È colpa nostra se, durante questo periodo particolare della nostra adolescenza, facciamo i primi 'esperimenti' con la vita? È colpa nostra se ci accade di innamorarci e vivere intensamente una storia d'amore che richiede energie, consapevolezza, valori che dobbiamo costruire e ricostruire giorno per giorno? È ingiusto essere definiti svogliati, immaturi e irresponsabili solo perché siamo disorientati o perché ci assedia un groviglio di preoccupazioni. Noi non siamo solo studenti. Siamo persone. Perché ci riducono al solo ruolo di studenti?».


Bisogna essere giusti con gli studenti e con gli insegnanti. Bisogna accogliere il disagio di tutti ed elaborare una visione pedagogica globale che li valorizzi entrambi. Nessuna riforma scolastica può riuscire senza l'entusiasmo, la creatività, la motivazione e l'apporto di studenti e docenti.


Prendersi cura della motivazione degli studenti e degli insegnanti significa far rifiorire la scuola come luogo di crescita, di incontro e di autorealizzazione.


Senza coltivare la loro motivazione, non ci può essere un buon insegnamento né un buon apprendimento.
La motivazione ci consente di trasmettere agli studenti il gusto del sapere, il condimento speziato della cultura, l'impegno eroico a imparare per tutta la vita. La motivazione ci aiuta a convincerli della necessità di diventare competenti ed esperti, di capire i problemi colossali dell'umanità e di proporre soluzioni originali e creative. La motivazione ci suggerisce sempre nuove strategie per sviluppare i loro talenti. Ci offre delle buone argomentazioni per invogliarli a farsi carico dei problemi del mondo e a dare con generosità il proprio contributo al benessere della società. La motivazione ci offre un grande ventaglio di ragioni per valorizzare lo studio, per arricchire la propria mente, per condividere la propria bravura e per godere di più il dono della vita.
Tutti dobbiamo creare e dare migliori motivazioni per studiare. Il miglioramento della qualità educativa della nostra scuola e della nostra società è un impegno di civiltà che riguarda tutti. Tutti siamo educatori delle nuove generazioni.


La scuola può dire di aver compiuto la sua missione se consegna al mondo studenti che hanno voglia di continuare a imparare e desiderio di impegnarsi ogni giorno a migliorare il mondo.

 

 

INDICE


LE CARATTERISTICHE

DELLA MOTIVAZIONE A STUDIARE


1. La motivazione come movimento e come azione.
2. Motivare significa dare uno scopo per studiare.
3. Motivare significa dare senso e valore allo studio.
4. Motivare significa dimostrare la connessione tra studio e vita.
5. Motivare significa rispettare il bisogno di autorealizzazione di ogni studente.
6. Motivare significa trasformarsi in "docente motivatore".
7. La persona del docente come straordinaria strategia di motivazione.
8. Docenti e studenti si motivano e si demotivano in modo circolare e reciproco.
9. La motivazione intrinseca è migliore di quella estrinseca.
10. Chiarire le motivazioni inconsce e renderle coscienti.
11. Equilibrare il conflitto tra motivazioni contraddittorie.
12. Motivare realizzando tempi più distesi a scuola.
13. Accogliere i cambiamenti della motivazione nel ciclo evolutivo.
14. Riconoscere le differenze tra la motivazione maschile e quella femminile.
15. Conoscere e incrementare il proprio livello motivazionale.
16. Distinguere tra ispirazione e motivazione.
17. Compilare il «Questionario sulla forza della propria motivazione».
18. Elaborare una definizione logica dettagliata di motivazione.
19. Creare delle analogie creative sulla motivazione.

 

 


COME SI DISTRUGGE LA MOTIVAZIONE A STUDIARE

 

1. La didattica senza anima e senza creatività.
2. Il sovraccarico cognitivo e la fretta nell'apprendimento.
3. L'iperstimolazione che rende irrequieta e stracolma le mente.
4. Le emozioni negative che azzerano la voglia di studiare.
5. La costrizione allo studio.
6. La distruzione dell'autostima dello studente.
8. La demotivazione istituzionale.
9. La mancanza di comunicazione e di dialogo.
10. Il rimprovero che non aiuta a rimediare.
11. L'eccesso di gratificazione indotto dal consumismo.
12. La demotivazione a studiare nell'era digitale.
13. Si distrugge la motivazione degli studenti quando...
14. Come studente sono demotivato quando...
15. Come studente sono motivato a studiare quando...
16. Sintesi delle strategie motivazionali.

 

 


FAR EMERGERE LA SENSAZIONE DI COMPETENZA

 


1. Far percepire la sensazione di competenza come leva della propria motivazione.
2. Distinguere tra "competenza" e "sensazione di competenza".
3. Incoraggiare a studiare per la sensazione di competenza e non per il voto.
4. Dosare l'aiuto per insegnare a essere autonomi.
5. Stimolare l'automonitoraggio del proprio metodo di studio per far percepire meglio la sensazione di competenza.
6. Sostenere ogni studente nella sua tendenza verso l'autorealizzazione.
7. Facilitare e pianificare l'avvicinamento alla meta.
8. Proporre un esempio da imitare come percorso praticabile di avvicinamento alla meta.
9. Evocare le risorse cognitive dello studente e la fiducia in se stesso.
10. Lodare la competenza e le strategie utilizzate.
11. Rispettare i vari stili di apprendimento.
12. Innalzare la sensazione di competenza degli ultimi della classe.

 

 


COLTIVARE IL BISOGNO DI AUTOSTIMA


1. Prendersi cura dell'autostima degli studenti.
2. Distinguere tra autostima realistica e autostima gonfiata.
3. Evitare gli estremi della bassa autostima e dell'eccesso di autostima.
4. Valorizzare l'esercizio e l'allenamento.
5. Rinforzare l'autostima rendendo visibili le competenze acquisite.
6. Valutare correttamente le cause del successo e dell'insuccesso.
7. Sostenere la concezione dell'intelligenza che migliora con l'esercizio e l'impegno.
8. Elaborare aspettative realistiche di successo.
9. Esprimere fiducia e stima negli studenti.
10. Evitare le devastanti conseguenze delle etichette negative dei docenti.
11. Evitare aspettative troppo alte.
12. Evitare i pregiudizi sulle differenze di aspettative verso maschi e femmine.
13. Evitare i pregiudizi sull'intelligenza.
14. Stimolare negli studenti il dialogo interiore positivo.
15. Stimolare la creazione di frasi automotivanti.
16. Suggerire la pratica della meditazione per concentrarsi e automotivarsi.
17. La autostima diminuisce quando...
18. La mia autostima aumenta quando...

 

 


SOSTENERE IL BISOGNO NATURALE DI APPRENDERE

 

1. Valorizzare il bisogno naturale di apprendere presente in tutti gli studenti.
2. Agganciarsi al piacere di apprendere.
3. Agganciarsi al piacere di apprendere cose nuove.
4. Espandere la naturale tendenza a conoscere.
5. Dimostrare i numerosi vantaggi dell'apprendimento.
6. Collegare il bisogno di apprendere alla creatività.
7. Sgonfiare l'esaltazione del sapere "spendibile" e valorizzare il sapere libero.
8. Evitare l'imposizione di studiare per far emergere il bisogno di apprendere.
9. Collegare il bisogno di apprendere alla consapevolezza di essere ignoranti e di "non sapere".
10. Intrecciare il bisogno di apprendere al bisogno di autorealizzazione.
11. Stimolare la scoperta del proprio stile cognitivo.
12. Integrare libertà e dovere formativo.
13. Rivedere i contenuti dei programmi scolastici per connetterli meglio al bisogno di autorealizzazione.
14. Sollecitare gli studenti a contribuire al successo di ogni lezione.

 

 


ATTIVARE EMOZIONI POSITIVE NELL'APPRENDIMENTO

 


1. Riconoscere e valorizzare la dimensione affettiva dell'apprendimento.
2. Connettere emozioni positive e apprendimento.
3. Evocare le risorse emotive degli studenti.
4. Valorizzare l'impegno come investimento affettivo.
5. Innescare la motivazione dell'autodeterminazione o della libertà di agire.
6. Attribuire valore allo studio.
7. Dialogare con gli studenti per valorizzare la loro persona e le loro risorse.
7. Ascoltare con empatia i bisogni degli studenti.
8. Utilizzare la relazione educativa come strategia di contenimento dell'ansia scolastica.
9. Ridurre "la sofferenza di non capire".
10. Presentare con entusiasmo i contenuti della propria disciplina.
11. Potenziare l'intelligenza emozionale di ogni studente.
12. Mettere in risalto l'esperienza di apprendimento dello studente.
13. Assegnare i voti ai contenuti che si studiano.
14. Espandere l'interesse ad apprendere come investimento emotivo.
15. Sostenere la forza del carattere contro il principio del "bastone e della carota".
16. Neutralizzare la noia con l'interesse.
18. Creare ponti tra i contenuti disciplinari e gli interessi degli studenti.
19. Distinguere tra interesse come piacere e interesse come motivazione interna.
20. Elaborare metafore positive sullo studio.

 

 


COMPENSARE LO "SFORZO SOSTENIBILE" CON LA GRATIFICAZIONE

 


1. Premiare lo "sforzo sostenibile" o resistenza.
2. Valorizzare lo sforzo come dialogo positivo per "farsi forza" e incoraggiarsi.
3. Reggere lo sforzo per poi godere dell'esperienza di flusso.
4. Sostenere lo sforzo "sostenibile" con delle buone autoistruzioni.
5. Accogliere lo sforzo per scoprire le proprie potenzialità.
6. Connettere sforzo, resistenza e coraggio.
7. Sviluppare la virtù della perseveranza.
8. Accettare la regola delle 10.000 ore di allenamento per conseguire l'eccellenza.
9. Mettere in evidenza le emozioni positive che regala l'esercizio intenzionale.
10. Allenarsi ed esercitarsi in modo creativo.
11. Riconoscere con equità sia lo sforzo sia i risultati.
12. Smontare il pregiudizio sull'impegno.
13. Attenuare lo sforzo con la prospettiva della gratificazione.
14. Frazionare la fatica per facilitare la sensazione di competenza.
15. Proporre non lo studio facile ma lo studio significativo.
16. Superare la prospettiva del "guadagno" monetario con il "guadagno" di autorealizzazione.
17. Evidenziare la gratificazione, che proviene dalla sensazione di competenza per ridurre il ricorso al premio esterno.
18. Esaltare il vantaggio esistenziale di ciò che si apprende.

 

 


REALIZZARE UN INSEGNAMENTO CREATIVO

 


1. Inserire più creatività nella didattica.
2. Prendersi cura del processo di apprendimento.
3. Sostenere l'apprendimento con la propria mediazione.
4. Fornire strategie di apprendimento per "imparare ad imparare".
5. Educare al pensiero complesso.
6. Convincere a studiare non per la scuola ma per la vita.
7. Selezionare i contenuti migliori da insegnare e da far apprendere.
8. Presentare la cultura come processo di chiarificazione dell'esperienza.
9. Valorizzare l'attenzione come disponibilità verso l'esperienza.
10. Considerare la curiosità come un grande slancio verso la conoscenza.
11. Portare in classe "La valigetta delle sorprese".
12. Potenziare l'apprendimento attraverso la scoperta.
13. Incrementare l'insight nell'apprendimento.
14. Accogliere l'errore come risorsa conoscitiva.
15. Allargare la didattica del problem solving.
16. Impegnarsi a diventare un insegnante creativo.

 

 


SAPER COMUNICARE PER CONVINCERE ED ENTUSIASMARE

 


1. Saper comunicare per poter motivare.
2. Riconquistare credibilità e autorevolezza.
3. Manifestare e dare fiducia.
4. Elaborare ed esprimere frasi che fanno fiorire la motivazione.
5. Evitare frasi che distruggono la motivazione.
6. Inserire la gentilezza nella didattica.
7. Sorridere in classe.
8. Introdurre l'apprendimento cooperativo per attivare la motivazione di gruppo e stimolare la condivisione.
9. Incrementare la narrazione della propria esperienza di apprendimento.
10. Dialogare per evitare di porre "false domande".
11. Onorare la valutazione come comunicazione autentica.
12. Rafforzare la valutazione che incoraggia e valorizza ed evitare la valutazione che minaccia e punisce.
13. Valutare saggiamente per motivare ad apprendere.
14. Scrivere una "Lettera di motivazione" ai propri studenti.

 

CONCLUSIONE

BIBLIOGRAFIA

 

 

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Sito: www.mariopolito.it

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