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STUDIA CON STILE

 

METODO DI STUDIO E STILI DI APPRENDIMENTO

 Pubblicato il 23 Luglio 2023

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PRESENTAZIONE

 

 

Questa ricerca è di tipo “evidence based”. Cioè, è basata su prove scientifiche e statistiche che sono state pubblicate in un altro volume “Questionari sugli stili di apprendimento. Correlazioni e commenti” (M. Polito 2023).

È una ricerca fondata sulle risposte delle persone che si sono autovalutate sul modo in cui studiano e apprendono. Hanno utilizzato 300 domande: 100 domande del questionario sugli stili sensoriali di apprendimento (QSS) e 200 domande sugli stili cognitivi di apprendimento (QSC). Grazie a tale lavoro di autovalutazione, hanno espresso le loro osservazioni sul proprio modo di apprendere e di studiare. Sono state oltre 800 persone generose e aperte alla ricerca scientifica. Le ringrazio.

Che cosa ho fatto io?

Ho raccolto le loro risposte e le ho classificate in categorie. Ma, soprattutto, ho intrecciato le loro valutazioni per osservare quali fossero correlate meglio e di più.

Sono emerse in tutto 50.000 correlazioni: 10.000 per il Questionario sugli stili sensoriali (100x100) e 40.000 per il Questionario sugli stili cognitivi (200x200).

Tra tutte, ho scelto solo quelle più significative statisticamente e cioè quelle più alte, che sono state 24.711. Per la loro notevole estensione, esse sono state pubblicate in un altro libro, di oltre 900 pagine, intitolato “Questionario sugli stili di apprendimento. Correlazioni e commenti” (M. Polito 2023a). È dedicato a chi ama approfondire questo tema anche con l’aiuto dei numeri e della statistica.

Nel presente libro ne ho citate solo qualche centinaio.

Le conclusioni, che ho raccolto in questo lavoro, non sono arbitrarie o soggettive, ma rispecchiano fedelmente le risposte accurate di queste persone intervistate con 300 domande strutturate.

Questo libro, partendo da questa base scientifica, offre numerose strategie per migliorare il proprio stile di apprendimento, di studio e di pensiero. Esse servono a scuola, ma anche nella vita. Infatti: bisogna pensare bene per vivere bene.

Gli stili di apprendimento sono presentati qui come un approfondimento delle strategie di studio.

Questo libro è composto dalle seguenti 5 parti.

  1. I motivi della ricerca sugli stili di apprendimento sia sensoriali (QSS) sia cognitivi (QSC).
  2. La descrizione dei questionari e la presentazione delle scale che lo compongono.
  3. La presentazione dei risultati più importanti di tale ricerca.
  4. La relazione tra strategie di studio e stili di apprendimento.
  5. Una lista numerosa di strategie per migliorare, in modo dettagliato, i propri stili di apprendimento.

Chi studia bene è a metà dell’opera.

 

INTRODUZIONE

 

Gli stili di apprendimento esistono o no?

Alcuni dicono che non esistono. Allora: prova tu stesso. Rispondi ai questionari. Sono disponibili online e sono presenti, più avanti, ai paragrafi 2.7 e 2.8. Sono stati suddivisi in varie scale e puoi autovalutarti assegnando un punteggio a ognuna delle 200 domande per gli stili cognitivi e alle 100 domande per gli stili sensoriali. Se, compilandoli, ti accorgi che non ti aiutano a riflettere sul tuo modo di studiare, lasciali da parte. Se non ti riguardano, interrompi la lettura. Se non ricavi niente da essi, cestina i questionari e leggi dell’altro. Ma se, al contrario, senti che alcune domande ti riguardano o ti descrivono, allora fermati a considerare le caratteristiche del tuo stile di apprendimento.

La tesi di questo libro è che gli stili di apprendimento esistono, ma appunto come stile e atteggiamento cognitivo, non come gabbie, etichette, prigioni, in cui incasellare le persone, come hanno fatto alcune loro banalizzazioni, volgarizzazioni e semplificazioni, non solo false ma anche irritanti (come scrive A. De Concini 2023).

Gli stili di apprendimento esistono e ti riguardano. Ti aiutano a comprendere in modo più analitico come studi, come apprendi e come pensi. Ma, soprattutto, ti aiutano a studiare meglio.

Ho scritto questo libro non per polemizzare sugli stili di apprendimento, ma solo per descrivere le strategie che li possono migliorare. Esse costituiscono la parte centrale del libro.

In questo lavoro rispondo anche a molte domande sugli stili di apprendimento, proprio perché la ricerca statistica che ho svolto mi ha permesso di elaborare delle risposte scientifiche certe, anche se delimitate. Certe, anche se aperte alla discussione e alla revisione. Certe, anche se disponibili al confronto. Certe, anche se migliorabili.

Sono stato docente per 20 anni nelle scuole secondarie e per 30 anni nei corsi di formazione per docenti. Ho presentato sempre i miei contenuti di insegnamento in molti modi per facilitare l’apprendimento di tutti: lo studente con modalità prevalentemente visiva - iconica, o uditiva – verbale, o pratico-motoria. Quello con stile prevalentemente globale o prevalentemente analitico. Quello con stile riflessivo o con lo stile pronto all’azione, quello a proprio agio con le teorie e quello bisognoso di coinvolgimento pratico ed esperienziale. Quello con stile convergente o divergente (creativo), quello con stile ordinato e strategico o quello con uno stile disordinato, quello con stile esecutivo e quello contemplativo e utopico, quello capace di pensiero critico e quello che studiava e pensava in modo superficiale, acritico e ingenuo. Ho cercato di aiutare tutti a diventare persone migliori nella mente e nel carattere, potenziando proprio i loro stili cognitivi, proprio come intendo adesso fare con questo libro.

Conoscere i propri stili cognitivi serve per studiare meglio, perché descrivono il tuo modo di studiare attuale e ti suggeriscono di migliorare i punti deboli e di potenziare ancora di più i punti forti.

Gli stili cognitivi sono una forma di metacognizione, cioè, di riflessione su come si impara. Hanno l’obiettivo di migliorare le caratteristiche specifiche della tua abilità di “imparare a imparare” (“learning to learn”). Sono sicuro che hai sentito ripetere molte volte questa bella espressione. Se impari le strategie per imparare meglio, è sicuro che puoi raggiungere migliori risultati a scuola e nella vita. In breve, e questo è un altro punto centrale della mia tesi: gli stili di apprendimento sono un approfondimento delle strategie del metodo di studio e ti insegnano a rendere più efficace il tuo impegno o sforzo nell’apprendimento.

Aiutano a evitare di essere disorganizzati e disordinati nello studio. Noi docenti abbiamo visto molte volte studenti che studiavano male, in modo caotico, confuso, casuale, frettoloso, sbrigativo e superficiale. Nel questionario (item n. 116 del QSC) c’è proprio una domanda che chiede: “Nello studio procedo in modo disordinato”. Quali risultati sono emersi dalle sue correlazioni statistiche, in questo e in altri questionari che ho fatto? Eccone alcuni. Chi studia in questo modo disordinato non utilizza le potenzialità della propria mente e, di conseguenza, non può raggiungere alti livelli culturali. Considera la scuola negativamente. Si sente demotivato. Non possiede un progetto di studio né un progetto di vita. Sente che sta sprecando i propri talenti. Non sa godere dei doni della vita, perché non li vede, non li riconosce, non li apprezza. Per aiutare anche questi studenti ho scritto molti libri sul metodo di studio e sulle strategie di apprendimento, presenti in bibliografia. Tali studenti hanno maggiore bisogno di essere motivati e appassionati verso la gioia di essere colti e competenti.

Gli stili cognitivi sono necessari a scuola e nella vita, perché bisogna apprendere con tutto il cervello. Meglio: con tutte le sue potenzialità, per pensare bene e per vivere bene.

Permettimi di chiudere questa introduzione con una metafora che richiamerò molte altre volte.

Così comprenderai meglio anche perché ho utilizzato quell’immagine della copertina, che mostra un cavaliere che sprona, entusiasma e guida i cavalli volenterosi della sua biga. È una bella icona che sintetizza bene il succo distillato del mio libro.

Gli stili cognitivi sono come dei cavalli che tirano il carro pesante dei contenuti dello studio. Se i cavalli sono fiacchi fanno fatica ad andare avanti. Se tutti i cavalli sono vigorosi è facile procedere con leggerezza e soddisfazione. D’accordo: è solo una metafora. Ma ti può aiutare a considerare gli stili di apprendimento in modo più concreto, come potenze cognitive trainanti, che dispiegano meglio la forza della tua intelligenza.

Ecco il mio augurio: utilizza tutti i cavalli della tua mente.

 

INDICE

 

 

CAPITOLO 1

I MOTIVI DELLA RICERCA SUGLI STILI DI APPRENDIMENTO

 

1.1. Perché ho fatto questa ricerca?

1.2. Perché è nata la ricerca sugli stili di apprendimento?

1.3. Qual è la novità della mia ricerca?

1.4. Come confutare quelli che negano l’esistenza degli stili di apprendimento?

1.5. È utile il concetto di “stile”?

1.6. Gli stili di apprendimento sono costanti?

1.7. Gli stili di apprendimento sono predittivi?

1.7. Come orientarsi tra le definizioni ambigue sugli stili di apprendimento?

1.8. Qual è la relazione tra gli stili cognitivi e la metacognizione?

1.9. Qual è la relazione tra stili cognitivi e le teorie dell’apprendimento?

1.10. Pregi e difetti dei vari stili di apprendimento

 

CAPITOLO 2

I QUESTIONARI UTILIZZATI

 

2.1. I questionari sono delle interviste strutturate

2.2. Le scale sono “come” una segnaletica e non sono gabbie, etichette o prigioni

2.3. Si può fare una “foto” dei propri stili cognitivi?

2.4. Il Questionario di autovalutazione degli stili cognitivi (QSC)

2.4.1. Scala dello stile globale

2.4.2. Scala dello stile analitico

2.4.3. Scala dello stile teorico-astratto

2.4.4. Scala dello stile concreto-attivo-pragmatico

2.4.5. Scala dello stile ideativo-anticonvenzionale-creativo

2.4.6. Scala dello stile esecutivo-convenzionale

2.4.7. Scala dello stile riflessivo

2.4.8. Scala dello stile impulsivo

2.4.9. Scala dello studente competente e strategico

2.4.10. Scala dello studente disordinato

2.4.11. Scala degli items della ricerca del QSC

2.5. Il Questionario di autovalutazione sugli stili sensoriali QSS

2.5.1. Scala dello stile visivo-iconico

2.5.2. Scala dello stile verbale-uditivo

2.5.3. Scala dello stile motorio - esperienziale

2.5.4. Scala degli items di ricerca del QSS

2.6. Come si legge il grafico del questionario sugli stili cognitivi

2.7. Come si legge il grafico degli stili sensoriali di apprendimento

2.8. Versione definitiva del questionario sugli stili di apprendimento

 

CAPITOLO 3

I RISULTATI PIÙ IMPORTANTI EMERSI DAL QUESTIONARIO

 

3.1. I vantaggi delle correlazioni degli items

3.2. Come leggere e interpretare le correlazioni

3.3. Le correlazioni dello stile globale

3.4. Le correlazioni dello stile analitico

3.5. Le correlazioni dello stile riflessivo

3.6. Le correlazioni dello stile impulsivo

3.7. Le correlazioni dello stile strategico

3.8. Le correlazioni dello stile disordinato e improduttivo

3.9. Le correlazioni dello stile creativo e anticonvenzionale

3.10. Le correlazioni dello stile convenzionale

3.11. Le correlazioni dello stile teorico e astratto

3.12. Le correlazioni dello stile pratico e concreto

3.13. Le correlazioni dello stile visivo e iconico

3.14. Le correlazioni dello stile verbale e uditivo

3.15. Le correlazioni dello stile motorio ed esperienziale

3.16. Grafico degli stili cognitivi

3.17. Grafico degli stili sensoriali

 

CAPITOLO 4

STRATEGIE DI STUDIO E STILI DI APPRENDIMENTO

 

4.1. Acquisire le informazioni

4.2. Applicazione

4.3. Archiviare le informazioni

4.4. Appunti

4.5. Ascolto attivo

4.6. Assimilazione

4.7. Comprensione

4.8. Immersion. “Full immersion”

4.9. Interrogazioni ed esami

4.10. Lettura

4.11. Mappe

4.12. Memorizzazione e mnemotecniche

4.13. Multimedialità. Tecnologie multimediali

4.14. Orale. Espressione orale

4.15. Parole chiave

4.16. Pianificazione

4.17. Riassunti

4.18. Ripetizione. Ripasso

4.19. Tema. Come scrivere un tema

4.20. Sottolineare

4.21. “Testing”. Mettersi alla prova

4.22. Videolezioni

 

CAPITOLO 5

STRATEGIE PER SVILUPPARE GLI STILI DI APPRENDIMENTO

 

CAPITOLO 6

STRATEGIE PER SVILUPPARE LO STILE GLOBALE

 

6.1. Acronimi

6.2. Albero. Schema ad albero

6.3. Aspettative

6.4. Autobiografia formativa

6.5. Centro. Cogliere il centro del bersaglio

6.6. Complessità

6.7. Comprensione

6.8. Contesto

6.9. Deduzioni

6.10. Definizioni

6.11. Dialettica

6.12. Dialogo

6.13. Distinzioni

6.14. Generalizzazione iniziale

6.15. Interdisciplinarità

6.16. Modelli

6.17. Osservare la realtà

6.18. Panoramica

6.19. Polarità

6.20. Progetto. Progetto di vita

6.21. Raggruppamenti

6.22. Routines

6.23. Sequenze

6.24. Scopi

6.25. Somiglianze e differenze

6.26. Titolo

6.27. “Vision” e “Mission”

6.28. Visione di insieme iniziale e finale

 

CAPITOLO 7

STRATEGIE PER SVILUPPARE LO STILE ANALITICO

 

7.1. Affilare

7.2. Classificazioni

7.3. Confutazione

7.4. Controllo

7.5. Dati numerici e statistici

7.6. “Debunking”

7.7. Definizioni

7.8. Distinzioni e differenze

7.9. Discordanze

7.10. Etimologie

7.11. “Flash cards”

7.12. Indice

7.13. Lessico di base

7.14. Lessico specialistico

7.15. Lista di caratteristiche

7.16. Metodo scientifico

7.18. “Monotasking”

7.19. Ordine e seriazione

7.20. Pesare

7.21. Pianificazione

7.22. Particolari

7.23. Parole chiave

7.24. Pregnanza

7.25. Scomposizione

7.26. Verifica

 

CAPITOLO 8

STRATEGIE PER SVILUPPARE LO STILE TEORICO - ASTRATTO

 

8.1. Abduzione

8.2. Analogie

8.3. Anticipazione e previsione

8.3. Critico. Pensiero critico

8.4. Deduzione

8.5. Fallacie logiche

8.6. Gerarchie concettuali

8.7. Implicazione

8.8. Induzione

8.9. Logica

8.10. Modelli. Acronimi

8.11. “Problem solving”

8.12. Ragionamento

8.13. Regole

8.14. Verbi della logica

 

CAPITOLO 9

STRATEGIE PER SVILUPPARE LO STILE ATTIVO, PRATICO ED ESPERIENZIALE

 

9.1. Apprendistato

9.2. Attività

9.3. Compiti autentici e compiti di realtà

9.4. Concretezza

9.5. Drammatizzazione

9.6. Esperienza

9.7. Esperimenti

9.8. Pratica. Mettere in pratica

9.9. “Problem solving”

9.10. Simulate. Simulazioni

9.11. “Transfer”

9.12. “Vision”

 

CAPITOLO 10

STRATEGIE PER SVILUPPARE LO STILE CREATIVO O ANTICONVENZIONALE

 

10.1. Alternative

10.2. Analogie

10.3. “Brainstorming”

10.4. Brevetto

10.5. Curiosità

10.6. Drammatizzazione

10.7. Esempi

10.8. Flessibilità

10.9. Fluidità

10.10. Gamification. Il valore del gioco nell’apprendimento

10.11. Interviste impossibili

10.12. Laterale. Pensiero laterale

10.13. Novità

10.14. Originalità

10.15. Sorprese

10.16. Ristrutturazione

10.17. Sfide cognitive

10.18. Sudore

10.19. “Transfer”

10.20. Umorismo

10.21. Usi differenti e creativi

 

CAPITOLO 11

STRATEGIE PER SVILUPPARE LO STILE CONVENZIONALE

 

11.1. Conformismo

11.2. Convenzionalità

11.3. Cooperazione

11.4. Discipline scolastiche

11.5. Lessico di base

11.6. Lessico specialistico

11.7. Patrimonio

11.8. Regole di convivenza

11.9. Scoperte scientifiche

11.10. Senso comune

11.11. Tradizione

 

CAPITOLO 12

STRATEGIE PER SVILUPPARE LO STILE RIFLESSIVO

 

12.1. Autocorrezione

12.2. Automonitoraggio

12.3. Autoregolazione

12.4. Autovalutazione

12.5. Coscienza. Esame di coscienza

12.6. Diario formativo. Diario di formazione

12.7. Interdisciplinarità

12.8. Lentezza

12.9. Meditazione

12.10. Metacognizione

12.11. Miglioramento continuo

12.12. Pianificazione

12.12. Responsabilità

12.13. Rimuginazione. Ruminazione

12.14. Ripasso creativo

12.15. Ripianificazione

12.16. Ristrutturazione

 

CAPITOLO 13

STRATEGIE PER SVILUPPARE LO STILE SENSORIALE

 

13.1. Amplificazione

13.2. Analogie

13.3. Assonanze

13.4. Concretezza

13.5. Discussione

13.6. Drammatizzazione

13.7. Emozioni

13.8. Fotografia mentale

13.9. Immaginazione

13.10. Musica

13.11. Movimento

13.12. Parole e frasi

13.13. Parafrasi

13.14. Visualizzazione

 

CAPITOLO 14

STRATEGIE PER SVILUPPARE LO STILE STRATEGICO

 

14.1. Allenamento intenzionale

14.2. Argomentazioni

14.3. Assimilazione

14.4. Attenzione

14.5. Attività

14.6. Autocontrollo

14.7. Autocorrezione

14.8. Autoefficacia

14.9. Automatizzazione

14.10. Automonitoraggio continuo

14.11. Autovalutazione

14.12. Creatività

14.13. Collegamenti

14.14. Complessità

14.15. Comprensione approfondita

14.16. Concentrazione

14.17. Critico. Pensiero critico

14.18. Dialettica

14.19. Domande strutturate

14.20. Dubbio metodologico

14.21. Eccezione

14.22. Enciclopedia

14.23. Etica

14.24. Focalizzazione

14.25. Formazione continua

14.26. Incertezza

14.27. Indipendenza di giudizio

14.28. Interpretazione

14.29. Maestria

14.30. Metacognizione

14.31. “Monotasking”

14.32. Motivazione

14.33. “Multum non multa”

14.34. Organizzazione. Gli “Organizzatori anticipati”

14.35. Osservazione

14.36. Pianificazione

14.37. Padronanza

14.38. Parafrasi

14.39. Pause

14.40. Preconoscenze

14.41. “Problem solving”

14.42. Ricerca scientifica

14.43. Rielaborazione

14.44. Scoperta

14.45. Selezionare

14.46. Stampelle temporanee

14.47. Strategia

14.48. “Transfer”

14.49. Umiltà conoscitiva

14.50. Valutazione

14.51. Vista. Punti di vista

 

CAPITOLO 15

OSTACOLI CONTRO LO SVILUPPO DEGLI STILI COGNITIVI

 

15.1.“Cramming”

15.2. Creduloneria

15.3. Delega all’Intelligenza Artificiale

15.4. “Dipendenza dal campo”

15.5. Dogmatismo ed estremismo

15.6. Egocentrismo

15.7. Egolatria

15.8. “Emozionalismo”

15.9. Euristiche

15.10. Fallacie del ragionamento

15.11. Fretta e impazienza

15.12. Impulsività

15.13. Ingordigia di informazioni

15.14. Iperattività e “multitasking”

15.15. “Like mania”

15.16. Magia

15.17. Passività

15.18. Pigrizia

15.19. Pregiudizi

15.20. Presunzione

15.21. Perfezionismo

15.22. Rigidità

15.23. Stupidità

15.24. Sopravvalutazione di sé

15.25. Unilateralità

 

 

 

 

Conclusione   
Bibliografia   
Autore - Curriculum   

 

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Sito: www.mariopolito.it

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