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LETTERA DI MOTIVAZIONE AI DOCENTI

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INTRODUZIONE

 

Tutti sono pronti a dichiarare che gli insegnanti debbano motivare gli studenti.

D’accordo.

Tutti sono d’accordo su questo punto.

Ma chi motiva gli insegnanti?

Nessuno.

Essi sono abbandonati, trascurati e svalutati. Si pretende tanto da loro, senza dare loro niente o pochissimo. Si dà loro poco sostegno, scarsa valorizzazione sociale, miseri stipendi. In contrasto, essi sono gravati da moltissime richieste educative, si trovano in classe con molti studenti demotivati, indisciplinati e maleducati.

L’opinione pubblica è ingiusta con i docenti. Molti genitori, senza alcuna preparazione, sono diventati presuntuosi, arroganti, prepotenti con gli insegnanti. Molti si ritengono più bravi e competenti dei docenti, che, invece, hanno speso anni di studio e di preparazione, per insegnare a scuola.

Anche i docenti devono migliorare la loro qualità professionale, perché nell’educazione e nella didattica ci sono sempre nuove ricerche e proposte per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento. Essi devono migliorare soprattutto la loro capacità di motivare e di entusiasmare.

Ma anche i docenti hanno bisogno di essere motivati.

Allora, ci provo io, con questa lunga lettera di motivazione.

Ho tenuto nel passato molti corsi di formazione ai docenti, in Italia e in Svizzera, e ho ascoltato il loro sconforto: ecco perché la copertina del libro ha quell’immagine di un docente scoraggiato.

Le argomentazioni che seguono sono il risultato di molti corsi di formazione che ho tenuto per oltre trent’anni. Esse servono per sostenere, incoraggiare e motivare i docenti su questi grandi temi: comunicare meglio in classe, fornire strategie di apprendimento agli studenti, appassionarli ed entusiasmarli. Ma prima di tutto motivarli.

In uno slogan: prima motivare poi insegnare.

Non si può insegnare bene, né si può far apprendere bene, senza motivare a studiare quello che si sta insegnando.

Il risultato di queste mie riflessioni per motivare i docenti è quello di una lettera molto lunga, di circa 250 pagine, a partire dal secondo capitolo in poi.

Ero partito da una lettera breve di poche pagine. Poi, nei miei corsi di formazione con i docenti, essi mi hanno chiesto sempre maggiori chiarimenti, indicazioni e strategie, interventi educativi, argomentazioni per convincere, esercitazioni, “compiti”, ed ecco, che, alla fine, questa lettera è diventata un libro. In essa ho raccolto varie indicazioni operative molti suggerimenti, che dimostrano la complessità, ma anche la bellezza, della professione docente.

Per chi vuole conoscere le fondamenta su cui si basano le mie varie argomentazioni, può leggere nel primo capitolo la mia ricerca scientifica e statistica che giustifica le indicazioni che si leggeranno in seguito.

Attraverso vari questionari ho studiato ed evidenziato le competenze didattiche e pedagogiche degli insegnanti e le ho fatte valutare e “pesare” dai vari docenti dei miei corsi di formazione. Tale valutazione ha permesso di comprendere quelle caratteristiche motivazionali maggiormente investite dai docenti ma anche quelle più carenti.

Nel primo capitolo presento solo alcune delle mie ricerche statistiche.

La prima riguarda i punteggi assegnati da 151 docenti a un questionario sul “docente motivante”. In essa sono sottolineate le caratteristiche didattiche e pedagogiche che hanno ricevuto i punteggi più alti e quelli più bassi.

La seconda ricerca è costituita dalle risposte di 253 studenti di scuola superiore (SS2) a un questionario sul metodo di studio, utilizzando le correlazioni che sono emerse sulla capacità dei docenti a motivare attorno al seguente item: “I miei docenti (nella maggior parte) riescono a motivarmi o a entusiasmarmi verso la materia che insegnano”.

La terza ricerca riguarda le risposte di 923 studenti di scuola primaria, quarta e quinta classe, scuola media (SS1) e scuola superiore (SS2) attorno al seguente item: “Gli insegnanti sanno entusiasmarmi a studiare la loro materia”.

La quarta ricerca riguarda le risposte di 923 studenti, da 13 a 18 anni, attorno al seguente item “Gli insegnanti mi hanno stimolato a sviluppare la mia creatività”.

La quinta ricerca riguarda il questionario sul docente creativo.

Tali ricerche forniscono le fondamenta scientifiche delle indicazioni metodologiche contenute in questa mia lettera di motivazione ai docenti.

La formula comunicativa usata in questa lettera è quella di rivolgermi direttamente ai docenti, come gruppo, come ho fatto per anni nei miei corsi di formazione.

Lo stile della lettera è diverso da quello del saggio argomentativo: è più sciolta, disinvolta, leggera, vicina al linguaggio colloquiale informale. Presenta qualche ripetizione e molti richiami.

Lo scopo finale di questo lavoro lo posso racchiudere in questo slogan:

Insegnare emozionando.

Apprendere emozionandosi.

 

INDICE DEL LIBRO

 



INTRODUZIONE    

CAPITOLO 1    
ALCUNI DATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA SULLA MOTIVAZIONE DEI DOCENTI    

1.1. Questionario sul docente motivante.    
1.2. I risultati del questionario ordinati dagli items con punteggio più alto a quelli con punteggio più basso.    
1.3. Questionario sul docente motivante modificato per farsi valutare dai propri studenti.    
1.4. Cosa dicono gli studenti sui docenti motivanti?    
1.4.1. Correlazioni positive.    
1.4.2. Correlazioni negative.    
1.5. Cosa dicono gli studenti sull’entusiasmo dei docenti?    
1.5.1. Correlazioni positive.    
1.5.2. Correlazioni negative.    
1.6. L’opinione degli studenti sui docenti che stimolano la loro creatività.    
1.7. Questionario sul docente creativo.    
1.7.1. Le correlazioni positive del docente creativo.    
1.8. Sintesi della mia lettera di motivazione ai docenti.    

CAPITOLO 2    
ANDARE OLTRE LA DEMOTIVAZIONE    

2.1. Andare oltre le lamentele sulla demotivazione degli studenti.    
2.2. Le cause della demotivazione degli studenti.    
2.3. Assumersi le proprie responsabilità verso la demotivazione degli studenti.    
2.4. Come si sentono e come vivono la scuola gli studenti demotivati?    
2.5. Studenti che odiano la scuola.    
2.6. Non serve punire i demotivati.    
2.7. Le punizioni come strategie demotivanti.    
2.8. Prima di punire la demotivazione, è meglio cercare di motivare con altre argomentazioni.    
2.9. Il costo della demotivazione.    
2.10. Attivare il circolo virtuoso motivazionale attraverso il dialogo interiore.    

CAPITOLO 3    
CURARE LA COMUNICAZIONE IN CLASSE E LA RELAZIONE EDUCATIVA
    
3.1. Clima di classe che favorisce la motivazione.    
3.2. Le strategie dell’apprendimento cooperativo.    
3.3. Il benessere in classe.    
3.4. La sensazione di appartenenza al gruppo classe.    
3.5. Il clima di classe positivo permette di insegnare bene e di far apprendere bene.    
3.6. La classe come sistema.    
3.7. Curare la comunicazione personale e autentica.    
3.8. L’autorivelazione del docente.    
3.9. L’autorivelazione della propria esperienza scolastica di studente.    
3.10. Saper comunicare è la condizione per riuscire a motivare.    
3.11. Comunicare per convincere e convincere per motivare.    
3.12. Comunicazione in classe e valorizzazione degli studenti.    
3.13. Esprimere attenzione, interesse, cura, riconoscimento, verso gli studenti.    
3.14. Insegnare le abilità sociali.    
3.15. Insegnare a condividere.    
3.16. Esprimere le emozioni ed emozionare.    
3.17. Meno contenuti ma con più entusiasmo.    
3.18. Dare fiducia agli studenti.    
3.19. Dimostrare fiducia nelle capacità degli studenti.    
3.20. L’esempio del docente vale più di mille parole.    
3.21. Docenti come punti di riferimento.    
3.22. Dare fiducia per neutralizzare la sensazione di Impotenza appresa.    
3.23. Cura e servizio.    
3.24. Rispettare il tempo di crescita.    
3.25. Sostenere gli studenti nelle difficoltà di apprendimento.    
3.26. Valorizzare la persona dello studente.    
3.27. Accoglienza della persona degli studenti.    
3.28. Accoglienza delle obiezioni degli studenti.    
3.29. Dare senso al mondo degli studenti.    
3.30. Rispettare la diversità e unicità di ogni studente.    
3.31. Valorizzare i piccoli passi di miglioramento.    
3.32. Dare feedback di apprezzamento agli studenti.    
3.33. Valorizzare lo stile di apprendimento di ogni studente.    
3.34. Incoraggiare gli studenti con parole scelte e personalizzate.    
3.35. Bisogna essere comprensivi ma anche severi ed esigenti.    
3.36. Bilanciare il dare e il richiedere.    
3.37. Comunicare il rimprovero.    
3.38. Attenzione alla frase avversativa nella comunicazione.    
3.39. Lodare con consapevolezza e prudenza.    
Lodate con consapevolezza e prudenza, perché la lode, qualche volta, può avere un effetto demotivante.    
3.40. Rispettare il lavoro degli studenti e far rispettare il proprio lavoro.    
3.41. Accoglienza dell’identità negativa di alcuni studenti.    
3.42. Accogliere le ambivalenze nella relazione educativa.    
3.43. Spiegazione e narrazione.    
3.44. Esplicitare i criteri di valutazione degli studenti.    
3.45. La valutazione da parte degli studenti.    
3.46. Imparare dagli studenti.    
3.47. Rievocare la propria esperienza dell’infanzia e dell’adolescenza.    
3.48. Le caratteristiche del docente migliore.    
3.49. Dialogare con gli studenti.    
3.50. Essere aperti e mettersi in discussione.    
3.51. I bisogni degli studenti che emergono attraverso le loro domande.    
3.52. Esplicitare le aspettative degli studenti.    
3.53. Comunicare e collaborare con i genitori.    
3.54. Comunicare e collaborare con gli altri docenti.    
3.55. Educare non individualisticamente ma come comunità.    

CAPITOLO 4    
FORNIRE STRATEGIE COGNITIVE E MOTIVAZIONALI    

4.1. Studiare con metodo e motivazione.    
4.2. Offrire strategie di apprendimento e mnemotecniche.    
4.3. Riflettere sul proprio modo di studiare.    
4.4. Insegnare la pianificazione.    
4.5. Le neuroscienze come fascino.    
4.6. Usare la mente a due velocità, quella lenta e quella veloce.    
4.7. Le preconoscenze da rievocare e da attivare.    
4.8. Sviluppare la consapevolezza metacognitiva del processo di apprendimento.    
4.9. Il dialogo interiore metacognitivo.    
4.10. L’attenzione come porta della mente.    
4.11. Apprendere facendo.    
4.12. Mostrare in modo pratico ed operativo quello che si spiega a parole.    
4.13. La didattica del problem solving.    
4.14. Il teatro come strumento didattico.    
4.15. Stimolare l’immaginazione nello studio.    
4.16. La narrazione come esperienza di apprendimento.    
4.17. L’importanza della rievocazione.    
4.18. Insegnare a pensare.    
4.19. Consapevolezza dei propri stili di attribuzione.    
4.20. Elaborare numerosi collegamenti cognitivi.    
4.21. Insegnare a pensare in modo creativo.    
4.22. Materie veloci e materie lente.    
4.23. Proporre il “Diario formativo” agli studenti.    
4.24. Didattica degli errori.    
4.25. Ridurre gli obiettivi di apprendimento a quelli essenziali.
    
CAPITOLO 5    
ESPLICITARE LA PROPRIA TEORIA PEDAGOGICA

5.1. Teoria e pratica riflessiva.    
5.2. Adottare la pratica riflessiva.    
5.3. Rimotivarsi ogni giorno a insegnare.    
5.4. Consapevolezza del gap generazionale.    
5.5. Visione e missione educativa.    
5.6. Diventare consapevoli della propria teoria cognitiva.    
5.7. Diventare consapevoli della propria teoria pedagogica.    
5.8. Non esistono ricette, ma teorie e strategie che devono essere applicate creativamente al caso individuale.    
5.9. Accertarsi che gli studenti apprendano.    
5.10. Comprensione e motivazione.    
5.11. Integrare la lezione frontale con la partecipazione attiva degli studenti.    
5.12. Motivazione e neuroscienze.    
Studiate le neuroscienze perché vi offrono alcune strategie di motivazione per agganciare i vostri studenti.    
5.13. Responsabilità del fallimento scolastico.    
5.14. La metafora socratica della maieutica.    
5.15. Il mandato sociale della scuola oggi.    
5.16. Sviluppare le competenze esistenziali.    
5.17. Valorizzare l’opportunità di studiare.    
5.18. Sviluppare identità competenti.    
5.19. Cura di sé e burnout del docente.    
5.20. Il docente di buon umore.    
5.21. Apprendimento continuo anche per i docenti.    
5.22. Proporsi come allenatori.    
5.23. Educare ma non sedurre.
    
CAPITOLO 6    
ACCENDERE LA MOTIVAZIONE NEGLI STUDENTI    

6.1. La motivazione come impegno sociale di tutti.    
6.2. Elencare le vostre argomentazioni per motivare gli studenti a studiare.    
6.3. Motivare tutti gli studenti.    
6.4. Modello di motivazione in quattro passaggi.    
6.5. Sostenere la motivazione.    
6.6. L’arte di porgere le domande.    
6.7. Doppia motivazione.    
6.8. La chiarezza didattica e pedagogica.    
6.9. Carisma ed entusiasmo.    
6.10. Curare la relazione con gli studenti.    
6.11. Trovare il tempo per motivare.    
6.12. Fornire una cornice di senso.    
6.13. Creare agganci tra scuola e vita.    
6.14. “Animare le lezioni”.    
6.15. Raggiungere i propri studenti e “bucare lo schermo”.    
6.16. Sorprendere per motivare.    
6.17. Far apprendere per esperienza.    
6.18. Far apprendere in modo attivo.    
6.19. Far sperimentare il successo formativo.    
6.20. Mostrare i vantaggi formativi ed esistenziali della propria disciplina.    
6.21. Coinvolgere gli studenti e coinvolgersi con loro.    
6.22. Ridurre le prediche e aumentare le pratiche.    
6.23. Fornire modelli di motivazione.    
6.24. Gli ingredienti della forza della motivazione.    
6.25. Rispettare la priorità della motivazione sulla didattica.    
6.26. Prima motivare i demotivati poi richiedere qualcosa da loro.    
6.27. Prima catturare l’interesse poi motivare.    
6.28. Individuare il codice di accesso motivazionale di ogni studente.    
6.29. Fare chiarezza sugli ingredienti del successo scolastico.    
6.30. Rendere significativo ciò che deve essere appreso.    
6.31. Presentare compiti autentici.    
6.32. Ridurre il sovraccarico cognitivo.    
6.33. Inserire elementi ludici nella didattica.    
6.34. La creatività nella didattica.    
6.35. Educare alla comprensione.    
6.36. Dare speranza e futuro ai giovani.    
6.37. Emozionare gli studenti per motivarli.    
6.38. Motivare il gruppo classe.    
6.39. Attivare le risorse dello studente e quelle del gruppo classe.    
6.40. Educare alla cooperazione e alla condivisione.    
6.41. La condivisione con le altre classi.    
6.42. La motivazione come strategia di gestione dell’indisciplina.    
6.43. La motivazione circolare tra docenti e alunni e alunni e docenti.    
6.44. I docenti come “motiv-attori”.    
6.45. Motivare attraverso la propria autorealizzazione.    

CAPITOLO 7    
FAVORIRE L’AUTOMOTIVAZIONE DEGLI STUDENTI    

7.1. La responsabilità di educare e la responsabilità di educarsi.    
7.2. Collegamento tra motivazione e assunzione di responsabilità.    
7.3. La consapevolezza delle proprie motivazioni.    
7.4. Strategie di automotivazione.    
7.5. Automotivazione contro la noia.    
7.6. Insegnare ad automotivarsi.    
7.7. Indirizzarsi una lettera di automotivazione.    
7.8. L’argomentazione “Tutti prendono la patente”. Perché?    
7.9. Insegnare a utilizzare la motivazione algebrica.    
7.10. Agganciarsi all’esperienza vitale degli studenti.    
7.11. Automotivazione e bisogno di autorealizzazione degli studenti.    
7.12. Automotivazione e bisogno di apprendere.    
7.13. Autoregolazione nello studio e voti.    
7.14. Autoregolazione e autodisciplina.    
7.15. Insegnare a “muoversi verso” un obiettivo.    
7.16. Autovalutazione e riflessione metacognitiva.    
7.17. Favorire l’autovalutazione equilibrata degli studenti.    
7.18. Motivazione e conseguenze del proprio comportamento.    
7.19. Autodeterminazione e padronanza di sé.    
7.20. Dare alternative tra cui scegliere.    
7.21. L’inquietudine di fronte ai limiti del proprio sapere.    

CAPITOLO 8    
FARE SPERIMENTARE AGLI STUDENTI LA SENSAZIONE DI COMPETENZA E DI AUTOEFFICACIA    

8.1. Autoefficacia e competenza.    
8.2. La sensazione di competenza e lo sviluppo dei propri talenti.    
8.3. La competenza come fonte di gratificazione e rinforzo positivo.    
8.4. Le caratteristiche dell’autoefficacia.    
8.5. La motivazione come forza di avvicinamento alla meta.    
8.6. L’impegno a migliorarsi.    
8.7. Autostima realistica o autostima conquistata.    
8.8. Valorizzare di più l’autocontrollo.    
8.9. Valorizzare l’allenamento.    
8.10. Compiti come esercizi di allenamento.    
8.11. Azione e motivazione.    
8.12. Alta motivazione ed alta pratica.    
8.13. Visualizzare il successo ma anche seguire un percorso di allenamento per conseguirlo.    
8.14. Far capire il valore dell’impegno e far accettare la fatica che ne consegue.    
8.15. Il valore dello sforzo e dell’impegno.    
8.16. La relazione tra impegno e successo.    
8.17. l’impegno di soli cinque minuti.    
8.18. Insistere agli inizi.    
8.19. Impegno e cultura dell’impegno.    
8.20. Integrazione di dovere e piacere.    
8.21. Impegno passo dopo passo.    
8.22. I gesti mentali dell’impegno.    
8.23. La forza di volontà.    
8.24. Costanza. Tenacia. Perseveranza. Persistenza.    
8.25. Presentare un percorso di miglioramento.    
8.26. Accesso a internet e ignoranza.    
8.27. Accesso ad Internet non significa conoscere.    
8.28. Differenza tra motivazione e ispirazione.    
8.29. Motivazioni e interessi: differenze tra maschi e femmine.    
8.30. Le motivazioni intrinseche.    
8.31. Motivazione intrinseca e motivazione estrinseca.    

CAPITOLO 9    
STABILIRE OBIETTIVI E RAGGIUNGERLI    

9.1. La forza motivazionale degli obiettivi.    
9.2. Distinzione tra obiettivi e desideri.    
9.3. Obiettivi adeguati alle nostre ambizioni e alle nostre risorse.    
9.4. Visualizzazione entusiasta degli obiettivi da raggiungere.    
9.5. Esempi motivanti.    
9.6. Il portfolio come strategia motivante.    
9.7. Assegnare uno scopo.    
9.8. Utilità dello studio.    
9.9. Motivazione e progetto di vita.    
9.10. Una doppia motivazione.    
9.11. Il coraggio della motivazione.    
9.12. Lo stemma motivazionale.    
9.13. La poesia sulla motivazione con gli incipit.    
9.14. Analogie della motivazione.
    
CONCLUSIONE    
BIBLIOGRAFIA   

 

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Sito: www.mariopolito.it

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